La Nuova Sardegna

Battaglia in aula sulla manovra finanziaria

Battaglia in aula sulla manovra finanziaria

L’opposizione presenta 800 emendamenti al testo della giunta per far saltare il dibattito sulla sanità

15 ottobre 2014
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CAGLIARI. Tirarla per le lunghe sull’assestamento di bilancio fino a far saltare il dibattito sulla riforma sanitaria. Reduce da un corso in chissà qualche accademia militare, il centrodestra ha scelto una tattica avvolgente per mettere sotto scacco il centrosinistra.

Melina. A farla spiccia Forza Italia e gli altri partiti d’opposizione da oggi in poi faranno ostruzionismo sulla manovra finanziaria, per togliersi così la soddisfazione di non far decidere alla maggioranza quando e come licenziare i manager delle Asl nominati a suo tempo da Cappellacci. Per vincere questa battaglia, tutta di nervi, la minoranza ha messo in campo lo «squadrone degli 800». È il numero di emendamenti che presenterà al documento contabile dell’assessore Raffaele Paci. I compiti ai frenatori sono stati già assegnati. In aula ognuno dei 24 consiglieri dell’opposizione sparerà almeno 40 emendamenti e, secondo il regolamento, avrà 6 minuti per esporre le osservazioni una dopo l’altra. Il che vuole dire: una maratona garantita di 4 ore a testa. E siccome a intervenire saranno tutti e 24, il risultato della seconda moltiplicazione fa 96 ore. Cioè il dibattito sulla manovra potrebbe durare ben oltre martedì prossimo (e non concludersi questo venerdì) che è proprio il giorno in cui la maggioranza voleva rivoltare invece le Asl. Raccontata così, la storia sembra essere un dispetto bello e buono, però c’è anche un pizzico di sale politico. Al centrodestra la manovra dell’assessore Paci, che è una correzione in corsa della Finanziaria della giunta Cappellacci, non piace proprio. Nei primi interventi della giornata, l’hanno ripetuto dall’ex presidente della Regione («Altro che paradiso, questo è un inferno») all’ex assessore alla Programmazione e relatore di minoranza Alessandra Zedda («È una legge disordinata e inadeguata che ci farà stare peggio»), dal capogruppo dei Riformatori Michele Cossa («È un’altra dimostrazione di resa nei confronti dello Stato) al sardista Marcello Orrù: «Siamo di fronte all’ennesimo attacco a famiglie e imprese». Poi ad aggiungere un altro carico pesante si sono messi Ignazio Locci, Alberto Randazzo, Oscar Cherchi e Stefano Tunis (Forza Italia, Ignazio Tatti (Udc) e Luigi Crisponi (Riformatori). Avanscoperta di quanto accadrà oggi quando l’opposizione scaraventerà sui tavoli gli 800 emendamenti.

Contromosse. Solo il regolamento e la pazienza possono salvare il centrosinistra dalla faticaccia. Anche se molto sembra essere dalla parte di chi vuole mettere i bastoni fra le ruote, la maggioranza ha fatto già qualche sacrificio per accorciare i tempi. Ad esempio con il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini del Pd, che ha rinunciato a 15 minuti garantiti al relatore di maggioranza: «Mi rimetto al testo scritto», ha detto stizzito. Anche il vicecapogruppo del Pd, Roberto Deriu, ha provato a fare lo sgambetto al centrodestra. Come primo iscritto a parlare, ha consumato non più di 5 minuti del tempo a disposizione, per evitare che l’opposizione potesse partecipare in massa al dibattito generale, ma in dieci sono riusciti comunque a superare lo sbarramento. Se il Pd si è impegnato, anche gli altri partiti della coalizione hanno fatto la loro parte. Sono rimasti tutti in religioso silenzio, meno Piermario Manca (Partito dei sardi) che ha annunciato a sua volta la presentazione di alcuni emendamenti. Alla fine della prima giornata, estenuante, è intervenuto l’assessore Paci: «Nella replica – ha detto – risponderemo all'incredibile marea di inesattezze e dichiarazioni irresponsabili che davvero non ci saremmo attesi dall'opposizione in un momento drammatico come questo». Ebbene sì, la battaglia è appena cominciata. Anzi, sarà guerra almeno a sentire un’altra replica, quella dell’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda: «Quanto detto dall'opposizione sui presunti tagli agli interventi per contrastare il rischio idrogeologico, è da iscriversi subito all'infantile pratica delle bugie, con l'aggravante dell'età politica dei protagonisti. Perché i soldi, una cinquantina di milioni, sono già a disposizione dei Comuni». (ua)

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