Battaglia in aula sulla manovra finanziaria
L’opposizione presenta 800 emendamenti al testo della giunta per far saltare il dibattito sulla sanità
CAGLIARI. Tirarla per le lunghe sull’assestamento di bilancio fino a far saltare il dibattito sulla riforma sanitaria. Reduce da un corso in chissà qualche accademia militare, il centrodestra ha scelto una tattica avvolgente per mettere sotto scacco il centrosinistra.
Melina. A farla spiccia Forza Italia e gli altri partiti d’opposizione da oggi in poi faranno ostruzionismo sulla manovra finanziaria, per togliersi così la soddisfazione di non far decidere alla maggioranza quando e come licenziare i manager delle Asl nominati a suo tempo da Cappellacci. Per vincere questa battaglia, tutta di nervi, la minoranza ha messo in campo lo «squadrone degli 800». È il numero di emendamenti che presenterà al documento contabile dell’assessore Raffaele Paci. I compiti ai frenatori sono stati già assegnati. In aula ognuno dei 24 consiglieri dell’opposizione sparerà almeno 40 emendamenti e, secondo il regolamento, avrà 6 minuti per esporre le osservazioni una dopo l’altra. Il che vuole dire: una maratona garantita di 4 ore a testa. E siccome a intervenire saranno tutti e 24, il risultato della seconda moltiplicazione fa 96 ore. Cioè il dibattito sulla manovra potrebbe durare ben oltre martedì prossimo (e non concludersi questo venerdì) che è proprio il giorno in cui la maggioranza voleva rivoltare invece le Asl. Raccontata così, la storia sembra essere un dispetto bello e buono, però c’è anche un pizzico di sale politico. Al centrodestra la manovra dell’assessore Paci, che è una correzione in corsa della Finanziaria della giunta Cappellacci, non piace proprio. Nei primi interventi della giornata, l’hanno ripetuto dall’ex presidente della Regione («Altro che paradiso, questo è un inferno») all’ex assessore alla Programmazione e relatore di minoranza Alessandra Zedda («È una legge disordinata e inadeguata che ci farà stare peggio»), dal capogruppo dei Riformatori Michele Cossa («È un’altra dimostrazione di resa nei confronti dello Stato) al sardista Marcello Orrù: «Siamo di fronte all’ennesimo attacco a famiglie e imprese». Poi ad aggiungere un altro carico pesante si sono messi Ignazio Locci, Alberto Randazzo, Oscar Cherchi e Stefano Tunis (Forza Italia, Ignazio Tatti (Udc) e Luigi Crisponi (Riformatori). Avanscoperta di quanto accadrà oggi quando l’opposizione scaraventerà sui tavoli gli 800 emendamenti.
Contromosse. Solo il regolamento e la pazienza possono salvare il centrosinistra dalla faticaccia. Anche se molto sembra essere dalla parte di chi vuole mettere i bastoni fra le ruote, la maggioranza ha fatto già qualche sacrificio per accorciare i tempi. Ad esempio con il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini del Pd, che ha rinunciato a 15 minuti garantiti al relatore di maggioranza: «Mi rimetto al testo scritto», ha detto stizzito. Anche il vicecapogruppo del Pd, Roberto Deriu, ha provato a fare lo sgambetto al centrodestra. Come primo iscritto a parlare, ha consumato non più di 5 minuti del tempo a disposizione, per evitare che l’opposizione potesse partecipare in massa al dibattito generale, ma in dieci sono riusciti comunque a superare lo sbarramento. Se il Pd si è impegnato, anche gli altri partiti della coalizione hanno fatto la loro parte. Sono rimasti tutti in religioso silenzio, meno Piermario Manca (Partito dei sardi) che ha annunciato a sua volta la presentazione di alcuni emendamenti. Alla fine della prima giornata, estenuante, è intervenuto l’assessore Paci: «Nella replica – ha detto – risponderemo all'incredibile marea di inesattezze e dichiarazioni irresponsabili che davvero non ci saremmo attesi dall'opposizione in un momento drammatico come questo». Ebbene sì, la battaglia è appena cominciata. Anzi, sarà guerra almeno a sentire un’altra replica, quella dell’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda: «Quanto detto dall'opposizione sui presunti tagli agli interventi per contrastare il rischio idrogeologico, è da iscriversi subito all'infantile pratica delle bugie, con l'aggravante dell'età politica dei protagonisti. Perché i soldi, una cinquantina di milioni, sono già a disposizione dei Comuni». (ua)