La Nuova Sardegna

Oppi e Marracini in silenzio

di Mauro Lissia
Oppi e Marracini in silenzio

I due ex consiglieri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al pm

14 ottobre 2014
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CAGLIARI. Il 16 dicembre dell’anno scorso le perquisizioni, adesso i nuovi interrogatori per i consiglieri ed ex consiglieri regionali indagati per peculato aggravato nell’inchiesta-bus sull’uso illegale dei fondi pubblici destinati all’attività dei gruppi politici. Sono nove: ieri dovevano presentarsi all’ufficio del pm Marco Cocco l’ex assessore all’ambiente e leader dell’Udc Giorgio Oppi e l’ex onorevole di centrodestra Sergio Marracini. Difesi dall’avvocato Massimiliano Ravenna, i due indagati hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere che la legge concede a chi è sotto accusa. Oppi deve spiegare alla Procura come sono stati spesi i 112 mila euro passati sotto la sua gestione quand’era presidente del gruppo regionale Udc, mentre su Marracini - che è già sotto giudizio nel dibattimento in corso davanti alla prima sezione del tribunale - pesa la contestazione di 26 mila euro spesi nelle vesti di esponente dell’Udeur, sempre nella legislatura 2004-2009. Da ieri fino al 17 ottobre, salvo rinvii, il pm Cocco andrà avanti con gli esami di Antonio Cappai (Udc, contestati 10 mila euro), Salvatore Amadu (Pdl, 21 mila), Renato Vittorio Lai (Pdl, 16 mila), Vittorio Randazzo (Udc, 30 mila), Efisio Planetta (Psd’az, 79 mila), Giacomo Sanna (Psd’az, 50 mila) e Cristian Solinas (Psd’az, 5 mila). Tutti hanno ricevuto un invito a comparire con l’accusa di peculato aggravato. Risolta questa tornata di interrogatori il pm Cocco dovrebbe andare rapidamente verso la chiusura dell’inchiesta-bis, che potrebbe dividersi in due tronconi: per parte degli indagati, che sono una quarantina, il magistrato chiederà il rinvio a giudizio e forse alcune archiviazioni. Mentre altri rischiano la richiesta di giudizio immediato, prevista dal codice di procedura penale quando le prove raccolte dall’accusa sono schiaccianti. Fra questi, secondo voci insistenti, l’attuale sottosegretaria ai beni culturali Francesca Barracciu, che ha risposto alla prima contestazione (33 mila euro) rivendicando spese di carburante ma ha scelto il silenzio sulla seconda - spese per 45 mila euro prive di rendicontazione - dopo aver cambiato il difensore. Altri nomi di candidati al giudizio immediato sono quelli di Mariano Contu, Eugenio Murgioni e Angelo Sanna, segretario del gruppo misto ai tempi della legislatura Soru: per tutti sono in corso le valutazioni della Procura che in ogni caso dovrà sottoporre l’istanza al gip. Chiusa l’inchiesta-bis il pm Cocco passerà alle conclusioni per l’inchiesta-ter, quella che riguarda la legislatura Cappellacci. Si parla di una nuova ondata di avvisi di garanzia, che sarebbe in partenza: la polizia giudiziaria è impegnata da mesi nell’esame della documentazione sequestrata agli uffici dei gruppi e allo sportello della Banca di Sassari interno al palazzo di via Roma. Per Oppi c’è in vista anche un altro processo: il prossimo 15 gennaio l’esponente dell’Udc dovrà presentarsi davanti al tribunale monocratico Alessandro Castello per rispondere di truffa e falso. Oppi è stato mandato a giudizio immediato dal pm Giangiacomo Pilia che lo accusa di aver chiesto e ottenuto a novembre del 2011 un rimborso spese di 1977 euro dall’amministrazione regionale dopo aver partecipato due mesi prima al congresso del suo partito, a Chianciano Terme. Un appuntamento slegato dalla sua carica istituzionale che Oppi - così sostiene l’accusa - avrebbe dovuto pagare di tasca propria.

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