La Nuova Sardegna

Saluta un sedicenne La risposta: 5 coltellate

di Kety Sanna
Saluta un sedicenne La risposta: 5 coltellate

Giovane di 20 anni gravemente ferito. Il ragazzino fugge, arrestato a casa L’accusa: tentato omicidio. L’arma non è stata ancora ritrovata

13 ottobre 2014
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NUORO. È bastato un semplice saluto a scatenare l'ira di un sedicenne nuorese che, armato di coltello a serramanico, si è scagliato contro un altro giovane più grande di lui di quattro anni.

Cinque coltellate all'addome e al torace dell'avversario per poi scappare lasciando la vittima a terra.

È successo all'1.30 della notte tra sabato e ieri, in una zona centralissima della città. Una serata come tante altre trascorse in piazza Veneto.

Un gruppo di giovani sosta davanti al circolo-bar Shark, a fianco al giardino con le ringhiere turchesi dell’asilo comunale. Da una parte il gruppo del sedicenne, che nonostante l’età ha già diversi precedenti penali alle spalle (diranno più tardi gli inquirenti); dall'altra Luca Ganga, vent'anni e incensurato, fermo a parlare con i suoi amici.

Sembra che tutti attendano di poter entrare nel locale, frequentatissimo soprattutto nel fine settimana. Ganga saluta il ragazzino, poco più che adolescente che invece vede in quel saluto una provocazione, un'offesa insopportabile. Volano parole. I due gruppi si affrontano.

Le voci si fanno via via più alte mentre i corpi iniziano a sfiorarsi. Partono minacce e lo scontro diventa inevitabile. Tra un groviglio di braccia e spintoni spunta la lama di un coltello che viene conficcata nell'addome del ventenne. Colto di sorpresa alle spalle, si gira e guarda in faccia il suo feritore.

Ma il minorenne non si ferma. È come in preda ad un raptus e continua a sferrare coltellate sul torace del giovane fino a farlo cadere a terra.Solo a quel punto decide di scappare, inseguito da una scia amica che lo scorta lontano dal luogo del ferimento.

Luca Ganga viene subito soccorso. Sul posto interviene immediatamente un'ambulanza del 118 che tampona e carica sulla lettiga il giovane e lo trasporta in ospedale in codice rosso. «Brutte ferite» diranno i sanitari che lo sottopongono a intervento chirurgico durante la notte.

Le sue condizioni sono gravi ma non dovrebbe essere in pericolo di vita, anche se la prognosi resta riservata.

Nel frattempo in piazza Veneto gli uomini della sezione omicidi della squadra mobile e i colleghi delle volanti, coordinati dal vicequestore aggiunto Fabrizio Mustaro, fanno partire le indagini.

Interrogati gli amici del ferito e decine di giovani che hanno assistito alla rissa, gli inquirenti riescono, dopo qualche ora dall'aggressione, ad individuare e arrestare l'accoltellatore.

Il minorenne è a casa, a letto e dorme tranquillamente. Nega ogni responsabilità, anche davanti ai genitori, nonostante gli venga fatto presente che gli indizi a suo carico sono tanti. Accompagnato nel centro di prima accoglienza di Sassari con l'accusa di tentato omicidio aggravato, sarà interrogato nei prossimi giorni dall'autorità giudiziaria.

Caso chiuso, dunque, anche se resterebbe ancora da capire il movente. Inoltre manca all'appello l'arma del tentato omicidio che gli agenti hanno cercato, invano, ipotizzando che il feritore se ne fosse liberato durante la fuga.

Stando al risultato delle prime indagini il litigio sarebbe nato proprio perché la vittima avrebbe “osato” rivolgere un saluto, non gradito, all'accoltellatore. Questo avrebbe scatenato la rissa tra le due “fazioni” che sarebbe poi sfociata nel ferimento di Ganga.

Ma non è escluso che i due giovani si conoscano bene e abbiano in precedenza avuto degli screzi, questioni rimaste irrisolte.

Ipotesi che potrebbe essere avvalorata anche dal fatto che né il feritore né la vittima avevano bevuto.

Forse sarà proprio il ventenne, una volta che si riprenderà, a dare una collocazione a questa brutta storia che poteva finire in tragedia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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