La Nuova Sardegna

Capo Frasca, è il giorno della protesta

Capo Frasca, è il giorno della protesta

Migliaia di persone attese nel pomeriggio per la manifestazione contro le basi

13 settembre 2014
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ARBUS. L’Isola scende in piazza per urlare a gran voce il suo no alle esercitazioni militari. Questo pomeriggio alle 16.30 davanti all’ingresso del poligono militare di Capo Frasca sono attese migliaia di persone da tutta l’isola.

L’appuntamento, organizzato da A Manca pro s’Indipendentzia, Sardigna natzione Indipendentzia, Comitato sardo Gettiamo le basi, Comitato Su Giassu e Comitato Civico Su Sentidu, ha già registrato l’adesione di tantissimi associazioni, partiti politici e cittadini sardi che domani dalle 16,30 si ritroveranno per chiedere il blocco immediato di tutte le esercitazioni militari e la chiusura di tutte le servitù, basi e poligoni militari con la bonifica e la riconversione delle aree interessate.

E la battaglia contro la presenza militare nell’isola ha varcato il mare: sono tante le città italiane che stanno organizzando presidi in contemporanea con il presidio di Capo Frasca. Intanto l’adesione dei partiti alla manifestazione è vista con sospetto dagli organizzatori. «Sarebbe un fatto singolare - dicono gli indipendentisti di A manca pro s’Indipendentzià - se dovessero partecipare quegli stessi partiti italiani che da sempre ritengono irrinunciabile e non negoziabile l’occupazione militare della Sardegna. In quel caso spetterebbe ad essi giustificare questa contraddizione davanti ai sardi, perché le istanze della manifestazione sono chiare e inequivocabili».

Intanto La Regione annuncia che si costituirà parte civile nel processo per il grave disastro ambientale nel Poligono interforze del Salto di Quirra. Lo ha deciso ieri la Giunta regionale, che su proposta del presidente Francesco Pigliaru ha approvato una delibera che stabilisce la resistenza in giudizio nell’udienza dipartimentale prevista per il 23 settembre. «Si tratta di un’azione dovuta, la Regione ha il dovere di garantire e vigilare sulla tutela della salute e dell’ambiente, diritti sanciti dalla Carta Costituzionale e almeno di pari livello rispetto a quelli della Difesa nazionale«, ha spiegato il presidente Pigliaru.

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