La Nuova Sardegna

Omicidio ad Alghero, dopo averlo accoltellato si è stesa accanto al marito

di Gianni Bazzoni
Omicidio ad Alghero, dopo averlo accoltellato si è stesa accanto al marito

Roberta Gasperini trovata semisvestita sul letto. I colpi con una lama di 30 cm. L’avvocato della donna: «Per anni è stata bersaglio di violenze di ogni tipo»

12 settembre 2014
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ALGHERO. Si era messa a letto, accanto al marito morto. Roberta Gasperini è stata trovata così, semi svestita, quando i primi carabinieri sono entrati nella casa in località Ungias-Galatè, dove mercoledì pomeriggio si è consumata la tragedia familiare. La donna dall’altra sera è rinchiusa nel carcere di Bancali con l’accusa di omicidio volontario: sarebbe stata lei a uccidere Pietro Girardi, 52 anni di Gioia del Colle, probabilmente dopo che l’uomo si era appena appisolato a poco meno di un’ora dall’ennesima lite finita con minacce, ritorsioni e qualche botta. A dare l’allarme, la figlia della coppia, Maria Lucrezia di 22 anni.

Nel corso dell’interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Alghero, dove è stata sentita anche dal magistrato titolare dell’inchiesta, Corinna Carrara, Roberta Gasperini - che è assistita dall’avvocato Alessandra Pompili - si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Era sotto shock e ha rilasciato solo “dichiarazioni personali”. Affermazioni che sarebbero servite ad ammettere le proprie responsabilità, legando la reazione a una situazione di esasperazione difficile persino da descrivere.

Ieri l’indagata ha avuto un lungo colloquio in carcere con il suo difensore che si è concluso intorno alle 19, ma non è stato sufficiente per avere un quadro completo della situazione.

«Ci dobbiamo rivedere – ha detto l’avvocato Pompili – e non posso dire troppe cose. Solo che la signora Gasperini è stata per anni bersaglio di violenze di ogni tipo, costrizioni, manipolazioni psicologiche inimmaginabili. La signora non sta bene. Non ci sono iniziative, al momento, da parte nostra, proprio perché dobbiamo rivederci. Poi si deciderà la strategia da adottare».

Intanto le indagini vanno avanti senza sosta. I carabinieri della compagnia di Alghero e del Nucleo investigativo del comando provinciale hanno completato i rilievi nella casa dove si è consumata la tragedia. Sequestrati oggetti e documenti, materiali che - secondo gli investigatori - torneranno utili per lo sviluppo delle indagini. Perquisita anche una imbarcazione ormeggiata nel porto di Alghero e che - secondo quanto trapelato - sarebbe stata in uso proprio a Pietro Girardi. Non si sa che cosa è stato trovato a bordo: i militari, comunque, si sono trattenuti a lungo sull’imbarcazione e anche in questo caso sono andati via con delle buste dove sono stati sistemati alcuni oggetti. Le altre novità potranno arrivare dall’autopsia sul corpo di Pietro Girardi che, probabilmente, sarà eseguita domani dal medico legale Salvatore Lorenzoni. La vittima sarebbe stata colpita con diverse coltellate (nella zona compresa tra il torace e il collo) con un coltello da cucina con lama di circa 30 centimetri. Un’arma compatibile sarebbe stata sequestrata durante il sopralluogo che si è concluso nella giornata di ieri dagli uomini del Servizio investigazioni scientifiche del comando provinciale.

L’attività si sta sviluppando anche al di fuori della Sardegna. Roberta Gasperini e Pietro Girardi, infatti, trascorrevano solo alcuni mesi (generalmente da giugno a settembre) nella casa presa in affitto ad Alghero (e di proprietà dell’ex consigliere comunale Franco Calvia), la restante parte dell’anno la passavano nella loro casa, una villa anni Settanta ad Arsago Seprio nel varesotto. Anche qui, cancello automatico e sistema d’allarme, un giardino piuttosto trascurato attorno, una Fiat 600 rossa parcheggiata davanti alla serranda del garage. E sulla casella postale, una scritta con il pennarello «No pubblicità. Grazie». Tapparelle abbassate, si vede che è chiusa da tempo. Inutile chiedere ai vicini. Nessuno sembra sapere più di tanto. «Una strana coppia, ci dispiace per la figlia. Abbiamo appreso la notizia della tragedia leggendo le notizie sui siti online. Erano molto chiusi, non avevano nessun tipo di rapporto. A volte salutavano, altre no. Lui aveva un brutto carattere. Su che cosa facessero non abbiamo mai saputo niente. Si diceva che lui fosse un venditore di auto, le cambiava spesso, sempre usate».

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