La Nuova Sardegna

Alt ai giochi di guerra, la Regione si schiera contro la Difesa

di Alfredo Franchini
Alt ai giochi di guerra, la Regione si schiera contro la Difesa

Tutti d’accordo in Consiglio dopo le fiamme a Capo Frasca: è mobilitazione. Pigliaru in aula: «La Sardegna paga un prezzo troppo alto rispetto alle altre regioni»

10 settembre 2014
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CAGLIARI. «La Sardegna paga un prezzo troppo alto rispetto alle altre regioni». Con queste parole, il presidente Pigliaru si presenta al Consiglio regionale, riunito in seduta straordinaria per fare il punto sulle servitù militari. La giunta è al completo e il dibattito si incanala in un’unica direzione e cioè la necessità di ridurre il peso delle servitù per arrivare gradualmente alla dismissione totale. Qualche bordata viene solo dall’ex presidente Cappellacci ma sul metodo seguito da Pigliaru perché l’obiettivo è comune. «I tempi sono negoziabili», assicura Pigliaru, «ma entro questa legislatura dobbiamo arrivare alla riduzione delle servitù militari». I fatti. La Regione ha ricostruito nei dettagli quanto è accaduto nei due giorni maledetti, (il 3 e il 4 di questo mese a Capo Frasca).

Il racconto di Pigliaru in aula rivela nuovi particolari: «Era in corso un’esercitazione per la quale l’aviazione tedesca ha pagato per far sì che i suoi aerei potessero sparare a Capo Frasca», riferisce in aula il governatore. «Lo Stato prende soldi dalle forze armate straniere che sparano sul nostro territorio e la Difesa intasca denaro per attività che impongono un costo salato alla Sardegna».

Il fuoco. Gli incendi si sono sviluppati in due giorni devastando in totale 33 ettari di terreno, in prevalenza lentischio e palma nana. Il 3 settembre erano le 13.35 quando divampa il primo fuoco e interviene un elicottero dell’Antincendio partito da Fenosu. Ma è il giorno successivo che il fuoco brucia 32 ettari tra le 14,25 e le 18,45: «La richiesta di intervento alla Forestale di Cagliari è arrivata direttamente dalla base di Capo Frasca», dice Pigliaru, «è intervenuta la pattuglia del Corpo sin quando non si sono verificate numerose deflagrazioni a terra, una delle quali a cinquanta metri di distanza dalla stessa pattuglia. A quel punto è stato ordinato al personale di interrompere le operazioni a terra e di riferire dell’accaduto al magistrato». In due giorni l’elicottero ha effettuato 86 lanci. Ora le norme antincendio della Regione saranno estese anche ai militari». Solo a Teulada dal 1998 a oggi sono andati in fumo 440 ettari di bosco e in tutti questi anni molti incendi sono partiti dai diversi poligoni. Fattura. «Il conto delle spese a Capo Frasca supera i ventimila euro: saranno fatturati al ministero della Difesa», dice il presidente della giunta.

Intanto il ministro Pinotti proprio ieri ha risposto alla Regione comunicando il blocco delle esercitazioni sino al prossimo 15 settembre. Per Pigliaru la risposta «è tempestiva, è forse una timida apertura ma non è soddisfacente».

Centrodestra. Non la pensa così Cappellacci. «Il decreto sulle esercitazioni è firmato dallo stesso ministro che parla di riduzione delle servitù. Un ministro che è venuto in Sardegna snobbando la Regione e che dovrebbe essere sfiduciato». Per il centrodestra l’episodio dimostra che «la questione sarda, nel rapporto con il governo Renzi, esiste. È una ferita sull’insularità, sull’energia, sulle servitù e sulle risorse, tutto ciò che crea diseguaglianza tra i sardi e gli altri cittadini».

Manifestazione. Sabato a Capo Frasca ci sarà una manifestazione di protesta e ieri in aula Irs e Pd hanno annunciato che vi prenderanno parte. Gavino Sale ha ribadito che sarà bene organizzare un referendum consultivo per il quale sono sufficienti 20 firme di consiglieri regionali. Dibattito. Angelo Caria (Psd’Az) ha ricordato che queste battaglie si vinceranno solo se ci sarà coesione. Ma se per Daniele Cocco quello della giunta è «un intervento storico per la portata che potrà avere in futuro», per Attilio Dedoni «Pigliaru è un cerchiobottista». Più decisi gli esponenti dei partiti sovranisti, determinati a raccogliere le firme per il referendum consultivo.

Sindaci. Sulle tribune riservate al pubblico ci sono molti sindaci e il presidente dell’Anci, Pier Sandro Scano. Efisio Arbau si rivolge loro: «I sindaci hanno il polso della situazione e per questo bisogna arrivare a chiedere le dismissioni con proposte concrete per capire quali sono le esigenze dei rispettivi territori». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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