La Nuova Sardegna

Lo stabilimento dell’acqua va all’asta

di Tito Giuseppe Tola
Lo stabilimento dell’acqua va all’asta

Ancora un tentativo del liquidatore per vendere la Sarbe, la società che imbottigliava la Funte Fria e altri marchi

05 settembre 2014
3 MINUTI DI LETTURA





MACOMER. Nuovo tentativo del liquidatore per vendere la Sarbe, la società di Macomer in concordato preventivo che imbottigliava l’acqua minerale Funte Fria. L’asta è stata bandita a fine agosto e il termine per presentare le offerte scadrà a mezzogiorno del 10 ottobre, mentre l’esito della vendita si conoscerà il 13 ottobre a mezzogiorno. Nel caso in cui la vendita non dovesse venire aggiudicata, si procederà con una nuova gara, questa volta con incanto, che consiste nella possibilità di rilancio sull’ultima offerta come nelle aste che si vedono nei film, il giorno 14 ottobre sempre alla stessa ora.

La vendita riguarda gli immobili, cioè il complesso industriale costituito dal lotto di terreno nella zona industriale di Bonu Trau dove un tempo c’era la birreria Dreher. Il complesso è composto dal capannone industriale, dai locali adibiti a deposito per oli e attrezzature, dagli uffici e da due palazzine. Prezzo a base d’asta 3.474.561 euro con rialzo minimo in caso di gara di 69.500 euro.

Un’asta precedente tenuta il 19 maggio con la modalità senza incanto, è andata deserta. Si vendevano in blocco i locali per un importo base di 4.343.201 euro. Nessuno ha presentato offerte. Ora si fa un nuovo tentativo. Si parte con gli immobili per poi passare in una seconda fase alle linee di produzione. La paura è che, come è avvenuto per gli stabilimenti Legler, avvenga una vendita-spezzatino che polverizzerebbe l’azienda. Macchine e impianti potrebbero infatti trovare una collocazione nel mercato, soprattutto per trasferirli e all’estero e avviare la produzione e l’imbottigliamento di bibite e acque minerali dove la manodopera costa meno. All’inizio dell’anno si era parlato di un gruppo straniero interessato all’acquisto dello stabilimento per riprendere l’attività di imbottigliamento di acqua minerale a Macomer con possibilità di allargarla anche alle bibite e con l’ulteriore possibilità di produrre birra. Si era parlato di operatori mediorientali, forse arabi, ma le voci non hanno trovato conferma nei fatti dato che all’asta di maggio non sono arrivate offerte. L’amministrazione comunale di Macomer segue con attenzione le vicende della ex Sarbe. Il mercato delle acque minerali ha spazi nei quali potrebbe reinserirsi lo stabilimento di Macomer. Allargando l’attività alla produzione di bibite e birra si allargherebbero anche le opportunità occupazionali. «Sarebbe importante per la città e per il territorio riuscire a trovare un imprenditore interessato a riprendere l’attività nel settore delle acque minerali e delle bibite – dice il sindaco, Antonio Succu, – l’Accordo di programma per l’area di crisi di Tossilo offre strumenti che possono aiutare. Spero che qualcuno sia interessato a rilevare la fabbrica con l’obiettivo di rilanciare l’attività».

La Sarbe srl era nata dalle ceneri dello stabilimento Dreher dopo che cessò la produzione di birra a Macomer. L’azienda nel 2012 è stata ammessa al concordato preventivo. La produzione di acqua minerale è cessata nel 2011. I periti incaricati dalla sezione fallimentare del Tribunale di Oristano hanno valutato il valore dell’azienda in 12 milioni 125mila 80 euro. Oltre al patrimonio aziendale la stima comprende anche i crediti. Il passivo ammesso a concordato ammonta invece a 8 milioni 127mila 792 euro. Al momento della chiusura la Sarbe aveva 15 dipendenti, che inizialmente vennero collocati in cassa integrazione per poi passare alla disoccupazione ordinaria.

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative