La Nuova Sardegna

Caso GoinSardinia, sotto inchiesta i vertici della Anek Lines

di Giampiero Cocco
Caso GoinSardinia, sotto inchiesta i vertici della Anek Lines

Olbia, diecimila passeggeri abbandonati a terra, la procura di Tempio indaga per interruzione di pubblico servizio. Le reazioni politiche, Busia: «A chi fa comodo il naufragio di questa iniziativa?». Irs: «Perché la Regione è stata a guardare?»

03 settembre 2014
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TEMPIO. L’inchiesta aperta dalla magistratura gallurese sulla dèfaillance di GoinSardinia vede indagati, per interruzione di pubblico servizio, i vertici della compagnia greca Anek Lines. Un’inchiesta delicatissima seguita personalmente dal capo della procura della Repubblica di Tempio, Domenico Fiordalisi, il quale ha già acquisito, attraverso gli ufficiali della capitaneria di porto di Olbia, gli atti relativi al nolo stipulato tra GoinSardinia e gli armatori ellenici. I primi atti ufficiali della procura sono indirizzati verso i vertici della Anek Lines per l’abbandono, in piena stagione, di diecimila passeggeri al loro destino.

Ma l’indagine non si ferma a questi primi indagati, e prosegue per accertare il motivo per il quale i vertici di GoinSardinia – contestati da un gruppo di soci-imprenditori dissidenti, in netto contrasto con le linee guida di Gian Paolo Scano – siano finiti nelle insidiose acque della bancarotta non pagando noli e carburante. Nel frattempo le azioni legali e le iniziative di gruppi politici e associazioni di categoria vanno avanti. Ieri dirigenti di GoinSardinia e un avvocato sono stati in Grecia a bordo della El Venizelos, la nave che che fino alla settimana scorsa ha coperto la tratta Olbia-Livorno. C’era da inventariare i beni della compagnia sarda rimasti all’interno della nave.

L'amministratore unico del consorzio, Giampaolo Scano, ha puntato sempre il dito nei confronti dell'armatore. «I ritardi di arrivi e partenze, nonchè la soppressione di alcune corse sono state causate da un grave e protratto malfunzionamento dell'apparato motore della El Venizelos, che non dipende da alcun atto, omissione o mancanza di GoinSardinia né in alcun modo riconducibili a sua responsabilità».

Anna Maria Busia, del Centro Democratico, ha chiesto la convocazione urgente della commissione trasporti della Regione e l’audizione dei rappresentanti legali di GoinSardina per valutare l’accaduto. «Troppe cose che non quadrano nella drammatica vicenda di GoinSardinia. La Società di navigazione fondata dagli imprenditori sardi che ha cercato di rompere il monopolio del trasporto marittimo - ha spiegato Busia - chiude i battenti. Perché, visto il successo delle prenotazioni? A chi fa comodo il naufragio di tale iniziativa? Il consiglio regionale deve fare chiarezza soprattutto in relazione ad una stagione turistica positiva e che questa vicenda macchia pesantemente. I danni che la Sardegna ha subito a seguito di questa ultima vicenda sono incalcolabili, qualcuno dovrà essere chiamato a pagare e non è scontato che sia solo la società GoinSardinia».

Sul caso interviene l’Irs «al fine di avviare una serena riflessione su come trovare soluzioni percorribili e dotare l’isola di un sistema di mobilità efficiente, competitivo e trasparente. Perché la Regione - chiede l’Irs - pur essendo a conoscenza di ciò che stava per accadere non è intervenuta anche solo per salvare l’immagine dell’Isola?». E l’Adiconsum rimarca il disagio e l’abbandono dei passeggeri a se stessi «i quali debbono anche pagarsi il viaggio di ritorno, senza prospettive certe di un rimborso».

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