La Nuova Sardegna

E.On, in arrivo anche le offerte per Fiume Santo

di Pinuccio Saba
E.On, in arrivo anche le offerte per Fiume Santo

Edison in campo, interesse di Gdf Suez e di gruppi cinesi Attività italiane in vendita: proposte da 40 aziende

02 settembre 2014
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SASSARI. Tempo di saldi (anche se non voluti) per gli impianti di proprietà di E.On Italia. Sono una quarantina le aziende, società, holding e multinazionali che hanno risposto all’advisor Goldman Sachs, incaricato da E.On di raccogliere le manifestazioni di interesse all’acquisto degli impianti che la multinazionale tedesca possiede in Italia. Multinazionale che contava di recuperare tre miliardi dalle vendita (spacchettata) dell’intero patrimonio industriale-energetico, somma che però dovrebbe calare di mezzo miliardo di euro, una svalutazione motivata dal delicato contesto di mercato che al momento penalizza soprattutto il ciclo combinato a gas.

Nei prossimi giorni Goldman Sachs presenterà al consiglio di amministrazione di E.On le proposte di acquisto fin qui pervenute e solo allora la multinazionale tedesca deciderà con chi trattare la cessione degli impianti.

Come detto gli acquirenti interessati sarebbero una quarantina, ma solo le offerte vincolanti che arriveranno entro la fine di questo mese consentiranno di avere un quadro più preciso. Edison è ancora interessato agli asset delle rinnovabili, tra cui anche i parchi fotovoltaici di Fiume Santo, acquistati con i contributi dei sardi, cosa denunciata più volte dalla Uiltec.

Enel Energia ha preso di mira gli 800mila clienti, mentre i parchi eolici e fotovoltaici dislocati al sud e nelle isole fanno gola alla Erg, che dopo aver abbandonato la raffinazione sarebbe pronta a cedere la centrale di Siracusa per dedicarsi a titolo principale sulle rinnovabili.

Sono in gara anche Falck Renewables, A2A, Acea e alcune aziende trentine e venete. Iren segue con interesse il destino della quota che il socio E.On detiene in Olt-Offshore Toscana, società del rigassificatore di Livorno, impianto ancora non ultimato. «A proposito di questo argomento – sottolinea Franco Peana, della segreteria della Uiltec – correva voce nei mesi scorsi che un gruppo statunitense volesse acquistare l'impianto, per poi trasferirlo oltreoceano, ma questa notizia non ha avuto un seguito». Non tramonta l'interesse di Enel per il gioiellino da 531megawatt di idroelettrico con sede a Terni.

Un discorso a parte va fatto per la termocentrale di Fiume Santo, sulla quale avrebbe messo gli occhi Edison che nonostante le bonifiche da fare, intravvede nel carbone un elemento stabile e vantaggioso in termini di mercato. Non manca l'interesse dei gruppi stranieri, chiedono informazioni Gdf Suez e la cinese Hanergy, mentre non sarebbe più della partita la russa Gazprom. E a proposito di cinesi, non va scordato l’interesse di una municipalizzata di Shangai.

«Come Uiltec attendiamo di capire quale futuro spetta alla centrale di Fiume Santo ed ai lavoratori di tutto il territorio che vi trovano un impiego – spiega Franco Peana –. La speranza, al di la della nazionalità dell'impresa che si aggiudicherà l'acquisto, sarà quella di vedere arrivare un nuovo soggetto industriale credibile, che investa e garantisca l'occupazione, che porti prospettive per il futuro in questo territorio. Fiume Santo chiuderà il bilancio in positivo anche nel 2014 (si parla di utili per più di 70 milioni, ndc), pertanto le garanzie di guadagno ci sono tutte, guai aver pensato di investire per mungere in questo territorio come a fatto E.On, senza fare investimenti. Come Uiltec non lo possiamo permettere, saremo vigili e molto severi con chi non rispetta i lavoratori, le loro famiglie e i sardi».

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