La Nuova Sardegna

Portovesme, cala il sipario sull’Alcoa

di Tamara Peddis
Portovesme, cala il sipario sull’Alcoa

La multinazionale americana: chiudiamo l’impianto, ma manterremo gli impegni assunti con lavoratori e istituzioni

26 agosto 2014
3 MINUTI DI LETTURA





PORTOVESME. L’Alcoa non è disposta a fare nessun passo indietro. La multinazionale americana dell’alluminio primario ha confermato di chiudere lo stabilimento di Portovesme. La fabbrica, secondo il colosso americano, non è più competitiva. Nel 2012 la multinazionale interruppe la produzione di alluminio perché comportava costi molto elevati. «Le ragioni di fondo che rendevano non competitivo l’impianto di Portovesme non sono purtroppo cambiate – ha dichiarato Bob Wilt, il responsabile mondiale di Alcoa –. Continueremo a rispettare gli impegni assunti con i nostri dipendenti e con le istituzioni, agendo in buona fede come abbiamo sempre fatto». Nel comunicato, inoltre, si precisa che Alcoa secondo gli impegni presi con Governo e sindacati, ha posto in essere per i dipendenti un programma di sostegno finanziario e sociale che comprende anche la ricerca di una nuova occupazione.

«È un annuncio – sostiene il presidente della Regione Francesco Pigliaru – che non ha alcuna conseguenza sulle trattative per la cessione dello stabilimento». L’Alcoa ha sottoscritto il piano di dismissione con il ministero dello Sviluppo economico due anni fa. Il fatto che continui a ribadire la chiusura sembra quasi un modo per sollecitare le istituzioni che in questa vertenza hanno ipotizzato delle soluzioni nelle quali anche l’Alcoa dovrà fare la sua parte. Il Governo, il mese scorso, ha creato un’unità operativa per studiare come risolvere una delle vertenze più delicate degli ultimi 30 anni secondo il sindacato. Il progetto è quello di cedere la fabbrica a un investitore affidabile e continuare a tenere in produzione lo stabilimento italiano di Portovesme. Il ministero e la Regione hanno intavolato delle trattative con la multinazionale svizzera Glencore, titolare nel nucleo industriale del Sulcis, della Portovesme srl, che produce piombo e zinco per la cessione dello stabilimento. Al momento risulta essere l’unico potenziale acquirente dello stabilimento che al tavolo ministeriale ha posto condizioni precise e indispensabili per rilevare la fabbrica: tariffe elettriche competitive. Al Mise si sta lavorando in questa direzione. Nel momento in cui sarà elaborata una soluzione, secondo le richieste della Glencore, tra Governo, Regione, operatore elettrico e investitore, si firmerà il documento d’ intesa. Il documento si sarebbe dovuto firmare entro agosto. Rimane ancora aperta l’altra partita, l’interlocuzione tra Alcoa e Glencore per la cessione dello stabilimento. Una delle fasi che i lavoratori ex Alcoa, da 114 giorni in presidio davanti ai cancelli della fabbrica con tende e sacchi a pelo, attendono per capire se la soluzione della

«Bob Wilt – commenta il deputato Pd, Francesco Sanna – trova modo di confermare gli impegni della società, rimandando agli accordi presi con l'esecutivo e i sindacato. Dunque gli impianti verranno lasciati in condizione di essere avviati, i costi di riavvio saranno sostenuti dalla società e questo consente al Governo di ridefinire chiaramente un quadro certo di costi energetici che indichi la via del rilancio nel sito». L’annuncio di Alcoa secondo il deputato di Unidos Mauro Pili «è colpa di un governo di ciarlatani con esponenti che da due anni prendono in giro i lavoratori. Renzi riferisca subito in aula alla Camera». «Tutto questo è intollerabile, frutto di visioni di politica economica fallimentare sempre più proiettate nella finanza e meno a sostenere le capacità produttive del Paese», attacca il senatore Luciano Uras, di Sel. Il segretario della Cisl Fabio Enne lamenta le lentezze del Governo nazionale che «non ha ancora prodotto le risposte fondamentali che si attende un investitore/acquirente».

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative