La Nuova Sardegna

Sardegna Store fa flop, chiusura inevitabile

Sardegna Store fa flop, chiusura inevitabile

Le tre vetrine a Roma, Milano e Berlino sono costate in due anni alla Regione quasi 4 milioni di euro

22 agosto 2014
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CAGLIARI. L’ultima beffa per la Regione è stata staccare l’assegno da 24 mila euro per riportare a casa gli arredi. I tre Sardegna Store, di Milano, Berlino e Roma, chiudono dopo un paio di anni di costosissima e pare non troppo utile attività di promozione.

Lo mette in evidenza il sito Sardiniapost, in un attento lavoro di ricostruzione della vita delle tre vetrine sul mondo create dalla Regione. A gestire i tre punti di promozione era una società siciliana, qui forse la prima beffa, che aveva vinto il bando fatto dalla Regione. Nei due anni di attività i Sardegna Store sono costati quasi 4 milioni di euro. 160mila euro al mese. 5mila euro al giorno.

Ma i dati sul reale impatto di queste vetrine espositive della sardità non sono troppo entusiasmanti.

Ad aprire i tre punti promozionale è stata la giunta guidata da Ugo Cappellacci, ma a discolpa dell’assessore al Turismo Luigi Crisponi c’è da dire che il progetto risale all’esecutivo precedente. Quello guidato da Renato Soru. Idea e bando erano già sul tavolo e la giunta di centrodestra si è limitata a portarli avanti. Un flop di cui l’attuale assessore al Turismo, Francesco Morandi, non ha potuto che prendere atto. In tempi di tagli selvaggi a tutto era impossibile pensare di mantenere in vita i tre store. «Chiudono perché semplicemente a giugno è scaduto il contratto di gestione – dice Morandi –. L'idea di base era interessante, ma al momento non è possibile individuare risorse per rifinanziare un progetto che andrebbe comunque profondamente rivisto. Le strutture promozionali avevano solo finalità espositiva, nel rispetto del vincolo di destinazione dei fondi utilizzati». Difficile sperare che gli store riapriranno, con buona pace della società siciliana che li gestiva.

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