La Nuova Sardegna

«L’attualità è logorante Meglio Shakespeare »

di Roberta Sanna
«L’attualità è logorante Meglio Shakespeare »

Lella Costa oggi di scena a Ulassai parla di poesia, teatro e politica

22 agosto 2014
3 MINUTI DI LETTURA





ULASSAI. «Non è la voce come interpreti, ma come autrici, che manca: un’epica femminile. È questo grande gap, il vuoto da colmare, innanzitutto per noi. Nel dare voce alla poesia femminile, c’è soprattutto questo farci sentire come siamo brave». Lella Costa spiega il senso dello spettacolo "Femminile e singolare. Vedi alla voce poetessa", in scena oggi alle 21.30 alla Stazione dell’Arte per il Festival dei Tacchi. Un percorso – personale, precisa, non un giudizio di merito - che da Dickinson a Rosselli e Cristina fino a Sylvia Plath, va a scardinare luoghi comuni intorno alla narrazione femminile. «La poesia delle donne – aggiunge con lucidità e ironia Lella Costa - dimostra una straordinaria capacità di raccontare storie, di entrare in sentimenti e riflessioni che – magari per molti è una sorpresa – non riguardano solo i meccanismi dell’amore, vanno dalla quotidianità, all’autoironia, all’ironia sul mondo».

«Visto che il mondo non ce lo fanno governare, almeno fatecelo raccontare a modo nostro!» conclude. Quello che conta è comunque la qualità, molto alta, la varietà di temi e punti di vista, ricchissima. E il punto di vista femminile può fare spesso la differenza. Parafrasando il suo monologo “Stanca di guerre”, che faccia dobbiamo fare davanti a ciò che succede in Ucraina, Siria, Gaza? «Desolata» risponde. «E incredula, che ancora si ripeta che nelle guerre il 90% delle vittime siano civili. Vuol dire che così non vince mai nessuno… è umiliante offensivo desolante. E se il conflitto e lo scontro fanno parte anche del pensiero e natura femminile, con questo punto di vista sarebbe diverso. Femminile anche se portato avanti da un uomo, ma che tenga il punto di vista delle donne. Questo lo dice chiunque sia stato nella cooperazione internazionale, dovunque le donne possono fare è diverso il senso di responsabilità, il concetto di bene comune». Quando la sensazione è che non si impari mai nulla, fa bene ascoltare la poesia. «L’attualità, la cronaca ci logorano. Trovi più spunti, spiegazioni, indizi, in una poesia. Shakespeare ad Amleto fa dire: ventimila uomini si accostano per una fantasia o uno scherzo della fama alla tomba come a un letto, per un pezzo di terra che nemmeno basta a seppellire i morti. Questa roba qui dice della guerra tutto quello che c’è da dire». Su Renzi e la politica italiana Lella Costa è perplessa. «Mi appello alla facoltà di non rispondere… Spero fortemente che vada tutto bene. Dire che ci credo? Mentirei a me stessa. Mi sembra che ormai nel nostro paese siano più importanti gli annunci che la sostanza, che la politica abbia mutuato dei moduli comunicativi che sono quelli dell’uomo solo al comando, la politica del fare. E il cosa, e il come? Non conta più. Continuo a pensare che forma e sostanza debbano coincidere. E visto che c’è voluto tanto a fare la nostra Costituzione mi piacerebbe un pochino più di cura nel metterci mano. Ma forse è una fretta di facciata?»

E per le politiche culturali, cosa dovrebbe fare il ministro Franceschini? «Santa pazienza, dovrebbe crederci! Ho la sensazione che magari in buona fede tutto questo parlare di investire nella cultura… sembra che siano i primi a non crederci, che dicano frasi fatte avendo anche la consapevolezza che non c’è disponibilità a investire davvero. Dico una cosa estrema… e non certo da reazionaria: laddove ci sono iniziative in realtà di solito piccole che ci credono veramente, poco conta lo schieramento politico. Non è più caratteristica della sinistra. Credo che ahimè il futuro della cultura sia nelle mani dei privati. L’istituzione pubblica è in grado giusto di riconoscere le realtà eccellenti, dare un sostegno, ma di essere propositiva… Non mi pare proprio».

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative