La Nuova Sardegna

I russi alla conquista della raffineria Saras di Sarroch

I russi alla conquista della raffineria Saras di Sarroch

La Rosneft pronta a comprare dalla famiglia Moratti la maggioranza delle azioni

28 luglio 2014
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CAGLIARI. La raffineria Saras di Sarroch presto potrebbe diventare una proprietà esclusiva dei russi della Rosneft. Chi dal 2013 ha già il 21 per cento delle azioni, sarebbe intenzionato a comprare dalla famiglia Moratti, storica proprietaria dell’impianto, buona parte del pacchetto di maggioranza, o comunque potrebbe rastrellare nel mercato l’intero 35 per cento ora in mano ad altri investitori finanziari visto che la Saras è quotata in Borsa. L’ipotesi di un ingresso massiccio del colosso petrolifero controllato dal Cremlino (la Rosfnet è una società pubblica) nel capitale sociale è stata rilanciata dalla banca d’affari francese Societè Générale.

Proprio l’attuale debolezza del titolo Saras potrebbe convincere la Rosneft che i prossimi mesi potrebbero essere quelli buoni per entrare in raffineria dalla porta principale e lasciare ai Moratti solo una quota di rappresentanza. La banca francese si è spinta anche a stilare una sorta di listino, con ogni azione che sarebbe pagata dai russi 1,37 euro, lo stesso prezzo dell’operazione 2013 e cioè quella dell’ingresso di Rosneft in Saras. Ma il prezzo potrebbe salire (non è precisato di quanto) se i russi punteranno ad aggiungere al loro attuale 21 per cento le azioni libere e conquistare comunque la maggioranza. Fra le due strade quella più probabile – sempre secondo gli analisti – pare essere di un acquisto diretto dalla famiglia Moratti.

I rapporti fra il gruppo storico e la Rosneft sono ottimi, tanto che di recente (il 9 giugno in una lezione magistrale all’Università di Cagliari) era stato lo stesso Massimo Moratti a definire la Rosneft un partner ideale oggi e anche in futuro». Che lo sia non ci sono dubbi, è la prima società petrolifera al mondo quotata in Borsa, ma l’acquisto metterebbe anche al sicuro l’impianto di Sarroch dagli umori sempre più altalenanti del mercato internazionale della raffinazione. I margini operativi, come dimostrato dagli ultimi bilanci della Saras, si sono fatti sempre più stretti e la concentrazione fra le società che raffinano petrolio è considerata una delle strade principali per non essere schiacciati dal crollo degli affari. In più, la Rosneft avrebbe dalla sua anche questa virtù: produce petrolio e quindi libererebbe la Saras anche dalle attuali difficoltà di comprare la materia prima da terzi. Nei prossime settimane, si saprà di più sull’operazione su cui per ora l’azienda di Sarroch non va oltre un diplomatico “nulla da commentare”.

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