La Nuova Sardegna

Multiss, si apre uno spiraglio ma i lavoratori restano sul tetto

di Luigi Soriga
Multiss, si apre uno spiraglio ma i lavoratori restano sul tetto

Dal vertice tra il presidente Giudici e l’assessore Erriu la promessa: «Per ora si va avanti» La Regione trasferirà risorse per la società della Provincia di Sassari in attesa di sbloccare il Fondo

25 luglio 2014
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SASSARI. Quando su nel cielo il contatore macina a pieno regime, il tetto della Provincia diventa un microonde che cuoce i pensieri. Quelli dei lavoratori della Multiss per tutto il pomeriggio sono rimasti sintonizzati sulle frequenze di Cagliari, perché dall’altra parte dell’isola si decide il loro futuro. Dall’incontro tra il presidente della Provincia Alessandra Giudici e l’assessore regionale agli Enti Locali Cristiano Erriu, potrebbe aprirsi uno spiraglio. E in effetti, dopo qualche ora, quello che si spalanca è un minuscolo interstizio, dal quale a stento si riesce ad annusare un refolo di ottimismo. Così i quattro operai ancora una volta si devono mettere il cuore in pace: anche oggi resteranno a rosolare sulle tegole. «Non ci basta – dice Pierfranco Piredda – Non siamo convinti e dunque rimaniamo ancora quassù. Abbiamo l’impressione di assistere a un film già visto. Per tre anni abbiamo creduto alle parole: ora siamo allergici alle promesse. Vogliamo atti formali».

Insomma, il resoconto di Alessandra Giudici non li ha per niente entusiasmati. La presidente della Provincia, non appena rientrata a Sassari, si è precipitata in Provincia. È salita al quarto piano, ha fatto capolino sul lucernaio, e ha riassunto ai dipendenti Multiss l’incontro cagliaritano. «Abbiamo ottenuto un impegno formale da parte della Regione per il trasferimento di quante più risorse possibili, così da intervenire sui settori più a rischio e in modo che la riduzione dei contratti di servizio con la vostra società possa essere sensibilmente ridimensionato». È una vittoria dimezzata, perché per ora il faccia a faccia con Erriu è servito solo ad allungare la vita della Multiss di qualche mese, ma a settembre si rischia di essere punto e accapo. «La speranza – spiega la Giudici – è che nel frattempo Giunta e Consiglio regionale trovino il modo e le risorse per sbloccare il Fondo unico, e facciano fronte all’ammanco di 4milioni e 300mila euro che costringe la Provincia ad azzerare una fetta consistente dei servizi, tra i quali la manutenzione scuole, finora coperti dalla Multiss». La soluzione tampone consiste nell’impegno che entro agosto (ultimo mese dopo il quale i lavoratori Multiss entreranno ufficialmente nel calderone dei disoccupati), la Regione trasferirà alla Provincia le risorse richieste in precedenza attraverso canali di finanziamento dedicati, come nel caso di alcuni bandi per l’edilizia scolastica o per la viabilità. «Entro la settimana prossima gli uffici dei diversi settori della Provincia lavoreranno insieme ai vari assessorati regionali per individuare le possibili somme che copriranno parzialmente il buco di 4milioni e 300mila euro – spiega ancora Alessandra Giudici – In questo modo speriamo che l’emergenza rientri, che la Multiss non debba licenziare nessuno. Ma mi riterrò soddisfatta solo quando sarà annullato quel taglio ai trasferimenti dal Fondo unico compiuto da Cappellacci, rispetto al quale oggi abbiamo solo potuto mettere una pezza».

Quindi tra il caldo, il frastuono dei tamburi, i cellulari che squillano, la disidratazione, l’umidità notturna, il livello di stress degli operai sale di una tacca ogni giorno. «C’è tensione anche tra di noi, c’è nervosismo. Però abbiamo un obiettivo comune da portare a termine, e questo ci aiuta a superare i contrasti». Tutti sognano di ridiscendere dal limbo, di ritornare al piano terra, ma con un risultato in pugno. «Ci auguriamo che la politica agisca in fretta. I capigruppo potrebbero accelerare lo sblocco dei fondi utilizzando una procedura d’urgenza, legiferando in un paio di giorni evitando così l’approvazione in Consiglio. Potrebbe essere una soluzione praticabile». La voragine di bilancio però non mette a rischio solo i 160 posti della Multiss, ma sulla graticola ci sono anche altri 60 lavoratori. Si tratta degli assistenti educatori e degli assistenti di base che operano nelle scuole superiori, e che collaborano con gli insegnanti di sostegno per gestire alunni autistici o con gravi problemi di apprendimento e socializzazione. Loro sono il filtro tra questi ragazzi, i loro insegnanti e gli stessi compagni, perché spesso l’handicapp rende complicata qualsiasi interazione. I rappresentanti dell’Angsa e dell’Ampa, associazioni che tutelano i ragazzi autistici, e anche Alberto Sotgiu e Mario Simula, educatore e assistente di base, sono in Piazza d’Italia a manifestare solidarietà per la Multiss ma anche per rivendicare il proprio ruolo e la propria sopravvivenza. Nelle scuole superiori frequentano 130 alunni diversamene abili: hanno bisogno di essere seguiti passo per passo, non avrebbero mai la forza di camminare da soli.

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