La Nuova Sardegna

Il Pd: «Più soldi per i danni dell’alluvione»

Alla Camera con una lettera ufficiale sollecitata una «quota del Fondo per le emergenze nazionali»

22 luglio 2014
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CAGLIARI. Una quota significativa delle risorse residue del Fondo per le emergenze nazionali deve essere destinata alla Sardegna. A chiederlo, con una lettera ufficiale al Governo, sono stati i deputati sardi del Pd, con in testa Caterina Pes. Nella sollecitazione, non è scritto l’ammontare dell’atteso intervento finanziario, è ricordato solo che «i danni provocati dall’alluvione del 18 novembre (il ciclone Cleopatra) sono stati stimati in circa 680 milioni», e «quindi i 20 milioni finora stanziati dal Governo non possono essere certo sufficienti a ripristinare il tessuto economico, turistico e produttivo devastato alla fine dell’anno scorso».

Nel prossimo question time alla Camera, il depurato Caterina Pes chiederà a Palazzo Chigi chiarezza anche sulle agevolazioni tributarie a favore delle popolazioni colpite dall’alluvione. «Dei benefici – ha detto – c’era traccia in un disegno di legge, ma nel nuovo testo unificato, diventato nel frattempo proposta di legge, non c’è più la norma che dà la possibilità alle banche che operano nelle zone colpite dal ciclone di accedere ai finanziamenti previsti dalla Cassa depositi e prestiti, con la garanzia dello Stato». Per Caterina Pes, è indispensabile e urgente che la norma sparita sia inserita di nuovo nell’ultima bozza: «Queste risorse – ha detto – sono necessarie per far fronte ai pagamenti dei tributi sospesi da parte di quei soggetti, tra cui figurano aziende agricole, imprese e strutture turistiche, con le attività devastate dal ciclone Cleopatra». È chiaro e perentorio anche l’ultimo messaggio che la deputata ha lanciato al Governo: «A otto mesi di distanza dall’alluvione, la Sardegna è ancora in ginocchio e, a questo punto, gli interventi del Governo devono essere immediati».

L’intervento dei deputati del Pd (hanno firmato la lettera anche Emanuele Cani, Siro Marrocu, Marco Meloni, Romina Mura, Francesco Sanna e Gian Piero Scanu) dovrebbe accelerare un iter ancora troppo lento e che ha accumulato un ritardo pazzesco. Lo stesso presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, si era impegnato per accelerare i tempi, ma gli intoppi sono stati troppi e la protesta dei sindaci, a cominciare da quelli della Gallura e dell’Oristanese, i due territori più colpiti, si è fatta già sentire con forza. Nelle scorse settimane anche il presidente della Regione, Francesco Piglairu, aveva preso posizione in difesa dei fondi annunciati da Roma per far fronte ai danni provocati dall’alluvione di novembre. Eppure finora e anche tra l’altro dopo una trattativa serrata a essere confermati sono stati solo gli investimenti del ministero per le infrastrutture, girati all’Anas, per strade e ponti da ricostruire. Ora c’è in più anche il rischio che sia scomparsa nel nulla anche la norma sulle agevolazioni tributarie e, a quel punto, la beffa sarebbe totale. Ma la scossa interna scatenata dal Pd dovrebbe smuovere il governo Renzi. (ua)

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