La Nuova Sardegna

La Rinascita nelle immagini di Fiorenzo Serra

“L’ultimo pugno di terra”, oggi a Sassari presentazione del libro e del documentario restaurato

18 luglio 2014
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SASSARI. Nel gennaio del 1966, a Firenze, dove si svolgeva il Festival dei popoli, “L’ultimo pugno di terra”, un film “sardo” – il termine è quasi obbligatorio – vinse il premio Agis e fu accolto piuttosto bene dal pubblico e dalla critica. Era stato girato, a partire dal 1959, da Fiorenzo Serra. Intendeva “spiegare” la Sardegna ai “continentali” – ma anche ai sardi – finendo per sposare la cultura della Rinascita, che avrebbe dovuto modernizzare l’isola. Fatta questa premessa – comunque insufficiente a raccontare la storia di questa pellicola – per saperne di più c’è appunto a disposizione il libro che verrà presentato questa sera a Sassari nell’aula magna dell'università alle 17, ciò che appare sullo schermo è una sorta di viaggio esplorativo. I temi sono infatti la pastorizia nomade; la pesca negli stagni a Cabras, le miniere; l’urbanizzazione crescente e l’emigrazione, interna e esterna. In mezzo, in un ampio blocco, la Barbagia in cui – secondo l’autore – è ancora possibile vedere, nel bene e nel male, la “vera Sardegna”. La scelta di quelle tematiche fu determinata da una considerazione politico-culturale che, a partire dalle riflessioni degli intellettuali che facevano capo alla rivista Ichnusa – da Pigliaru a Brigaglia, da Pira a Mannuzzu – cercava di coinvolgeva parte della democrazia cristiana, ma anche i comunisti e i socialisti: vi erano infatti nell’isola delle emergenze sociali che non potevano non far parte dei programmi immediati del Piano di Rinascita.

Però, proprio i vertici della Regione non gradirono affatto la politicizzazione problematica del film; decidendo di finanziarlo avevano puntato ad un’opera più o meno di propaganda, e nel 1964, dopo le prime proiezioni a porte chiuse, chiesero e ottennero che il film fosse, in qualche modo, “aggiustato”. Così la prima copia finì nei magazzini regionali – fu recuperata dalla Cineteca sarda alla fine degli anni Ottanta – mentre Serra “aggiustava”, con l’approvazione dei committenti, la pellicola che, finalmente, approdò al Festival dei Popoli del 1966. Oggi entrambe le versioni riappaiono in formato digitale, in edizione restaurata, e sono in grado di raccontarci l’avventurosa storia di un progetto culturale capace di riportaci in un recente passato in cui la Sardegna ancora deleddiana si congiunge con i primi segni della modernità.

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