La Nuova Sardegna

Il virus non è debellato: scoperti nuovi casi

di Luca Fiori
Il virus non è debellato: scoperti nuovi casi

Sgarangella (Asl): nel Sassarese trovata sieropositività in tre allevamenti, ma è tutto sotto controllo

16 luglio 2014
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Diciotto milioni di euro per risarcire le 4.778 aziende sarde messe in ginocchio dalla Lingua blu. Fu quella la cifra stanziata lo scorso anno dalla Regione per pagare gli indennizzi per l’ultima terribile epidemia di “blue tongue” che, in assenza di una campagna di vaccinazione, provocò da giugno a ottobre del 2013 la morte di 38mila e 500 capi in tutta la Sardegna.

Quest’anno non si è commesso lo stesso errore e da fine marzo si è partiti con la vaccinazione a tappeto in tutte le aziende dell’isola. I controlli dei veterinari delle Asl e le vaccinazioni sono fondamentali per debellare il virus, ma servono anche a scoprire che la lingua blu non è stata affatto sconfitta e che non bisogna abbassare la guardia. I giorni scorsi in tre “allevamenti sentinella” della provincia di Sassari (nel circondario della città, a Valledoria e a Chiaramonti) sono stati riscontrati infatti dei casi di sieropositività in alcuni capi non vaccinati, su cui è in corso la verifica per capire quale sia il sierotipo che è entrato in contatto con il bestiame. «È il segno che il virus è in circolazione - spiega Franco Sgarangella responsabile del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl, competente per il Servizio di Sanità animale - ma non bisogna creare allarmismo, tutt’altro. Quello che bisogna fare gli allevatori lo sanno benissimo - continua Sgarangella - e noi veterinari siamo a stretto contatto con loro». Quando si verificano episodi del genere gli allevatori ricevono sul telefonino un sms di allerta con le istruzioni per arginare l’emergenza. «In questi casi - continua Sgarangella - si crea una zona di restrizione di 4 chilometri nei quali è bloccata la movimentazione dei capi e si chiede agli allevatori di aumentare la vigilanza negli ovili». Dopo i danni causati dieci anni fa dai vaccini vivi arrivati dal Sudafrica, riconquistare la fiducia dei pastori per i veterinari della Asl non è stato per niente semplice. «C’è sempre un po’ di diffidenza - spiega Sgarangella - ma cerchiamo di organizzare momenti di incontro in cui spieghiamo che la vaccinazione è importante e che i vaccini di oggi sono totalmente diversi». I vaccini utilizzati negli ultimi anni, a differenza di quelli al centro dell’inchiesta della Procura di Roma, sono vaccini “spenti” nei quali non c’è il virus vivo, ma solo sostanze che stimolano la difesa immunitaria. Ad oggi sono state interessate dalla vaccinazione circa 2000 aziende ovine su circa 3000 presenti nella Asl di Sassari mentre gli interventi vaccinali sono stati oltre un milione su circa 1.400.000 previsti. «L’obiettivo - aggiunge Franco Sgarangella - è quello di raggiungere prima di agosto una copertura immunitaria di almeno l’80 per cento del patrimonio sensibile per evitare una nuova devastante epidemia». «Alla base di un’efficace azione di prevenzione contro la blue tongue è necessario agire contro i due nemici: l’insetto vettore, con la profilassi diretta a carico di allevatori ed enti pubblici, e la profilassi indiretta con la vaccinazione». «Le condizioni meteo-climatiche purtroppo sono favorevoli anche quest’anno ad un importante sviluppo degli insetti vettori – ha ribadito Sgarangella – e quindi c'è il rischio di una possibile epidemia, se non si mettono in campo tutte le opportune misure di profilassi. È fondamentale che non ci siano zone scoperte perché ciò potrebbe provocare una rottura immunitaria con la conseguente diffusione del virus che rischierebbe di vanificare l’enorme lavoro dei veterinari e degli allevatori».

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative