La Nuova Sardegna

Ardia di Sedilo, domenica la corsa dei cavalieri

Maria Antonietta Cossu
Ardia di Sedilo, domenica la corsa dei cavalieri

Intorno al santuario di San Costantino uno dei riti più suggestivi della tradizione religiosa sarda

05 luglio 2014
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SEDILO. Monte Isei è pronto ad accogliere migliaia di uomini, donne e bambini. Per alcuni di loro l’ago della bussola punterà in direzione del proscenio dell’Ardia già alle prime luci dell’alba di oggi. Quei bagliori rischiareranno il cammino dei pellegrini che a piedi lasceranno i paesi del Goceano per raggiungere i muristenes di San Costantino, dove alloggeranno fino al 7. E all’alba di domani comincerà a radunarsi tra gli spalti naturali dell’anfiteatro una moltitudine di gente.

Poche ore separano la comunità, i fedeli, i turisti e i visitatori dalla mirabolante corsa equestre intitolata a San Costantino. Le emozioni che si agitano nell’animo alla vigilia dell’ Ardia non si possono rendere a parole per il cavaliere Tonino Nieddu, elevato al rango di prima pandela trent’ anni dopo l’iscrizione nell’albo dei capicorsa. Entrano in gioco sentimenti che per pudore un uomo difficilmente mette a nudo.

«Non so spiegare cosa si prova in questi momenti – confessa – Ci tengo moltissimo, lo faccio per devozione verso il santo, per onorare la promessa che feci quando caddi da cavallo nell’Ardia dell’88 e perché è motivo di orgoglio». Il primo pensiero quando raggiungerà la cima di Su Frontigheddu? Lo stesso che martella la testa di ogni prescelto quando accetta l’ investitura «Spero di fare una buona corsa, in modo che chi sta dietro possa fare serenamente la sua – risponde Nieddu –. Dalla prova della prima pandela dipende quella di tutti gli altri e io desidero che chi mi accompagna alla fine sia contento». Il condottiero sarà coadiuvato da due provetti cavalieri, Fabio Muredda nel ruolo di seconda pandela e la terza Gian Battista Manca, chiamati a contenere la smania di protagonismo dei diretti inseguitori mettendo quante più incollature possibili tra sé e loro.

Parteciperanno quasi cento cavalieri alla rievocazione della battaglia di Ponte Milvio tra l’esercito di Costantino e le milizie di Massenzio, metafora dell’eterno scontro tra bene e male, della vittoria del culto cristiano sull’idolatria. Le truppe pagane lanciate all’inseguimento del paladino delle religioni monoteiste; il condottiero che deve portare intatte le sacre insegne fino al tempio: questa la rappresentazione che andrà in scena domani poco prima del tramonto. Al comando dell’armata cristiana l’emulo di Costantino Magno, Tonino Nieddu. Alle spalle i fidi scudieri, nel mucchio e in coda al corteo sas iscortas, guardiani muniti di legni pesanti con la licenza di colpire i cavalieri più temerari, quelli che puntano al sorpasso.

In attesa che il rito si compia, domani, fervono gli ultimi preparativi per la buona riuscita della manifestazione. Il capitolo sicurezza è in cima alla lista, con l’associazione Santu Antinu responsabile del servizio d’ordine. Mobilitati settantacinque volontari del comitato e cinquantacinque fucilieri; schierati anche polizia e carabinieri. Gli uomini dell’associazione saranno raggruppati in undici squadre che si posizioneranno ai margini del percorso con il compito di tenere lontani gli spettatori dai punti più pericolosi. In una continua staffetta tra sacro e profano, s'impongono le messe celebrate nel tempio di Costantino (le funzioni principali saranno officiate da monsignor Mario Toso, segretario pontificio del Consiglio per la giustizia e la pace) da stasera fino alla conclusione dell'Ardia.

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