La Nuova Sardegna

Fondi ai gruppi, la Piredda piange in aula

di Stefano Ambu
Fondi ai gruppi, la Piredda piange in aula

La supertestimone accusa Giuseppe Atzeri, ex capo del Misto, di averla mobbizzata

28 giugno 2014
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CAGLIARI. Stress, un trasferimento di stanza non gradito, liti furibonde. Anche ricordare fa male. E parlarne in aula è stato un po' come rivivere quel periodo pesantissimo della sua vita. Quasi scontato che l'udienza del processo per i fondi ai gruppi, incentrata ieri sull'ipotesi di mobbing denunciata dall'ex dipendente del Consiglio regionale Ornella Piredda, super-testimone dell'accusa nel dibattimento che vede imputati per peculato diciotto consiglieri regionali per la spesa dei fondi, finisse in lacrime. Un capo d'imputazione, quello di cui si è parlato ieri, nato dagli esposti dell'ex dipendente, da cui poi è nata la prima delle due inchieste che ora hanno portato all'iscrizione fra gli indagati di una novantina di consiglieri della XIII e della XIV legislatura della Regione. Piredda ha raccontato, col volto rigato dal pianto: «A fine 2008 venni trasferita di stanza mentre ero in malattia dal secondo piano, dove era il gruppo, al quinto. Nessuno mi disse nulla prima, e non vedevo l'urgenza del trasferimento». Di mezzo anche una linea telefonica da riattaccare, ha raccontato Piredda. Una funzionaria si era anche offerta di far riattivare il servizio, ha ricordato l'ex dipendente regionale. «Ma le risposi che non volevo che avesse problemi per colpa mia».

Dialoghi. Frammenti di conversazioni. Particolari che sono serviti a ricreare il clima di quei giorni. E si è parlato anche degli effetti sulla psiche e la sfera emotiva della donna. Sul banco dei testimoni, davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale, sono comparsi lo psichiatra che ha accertato lo stato di stress della Piredda legato al presunto mobbing (imputazione contestata al solo ex capogruppo del Misto Giuseppe Atzeri). Subito dopo è toccato alla stessa testimone che, nelle udienze precedenti, era stata invece sentita sui casi del presunto peculato contestato ai 18 consiglieri. L'ex dipendente ha risposto alle domande del pm Marco Cocco e degli avvocati, ricostruendo il clima di quei giorni sul posto di lavoro. Ma ci sono stati anche dei passaggi sul caso dei fondi e sulle mancate rendicontazioni. «Mi è stato detto che nel Misto non si chiedevano ricevute delle spese – ha detto Piredda –, mi sono preoccupata, perché negli altri gruppi non accadeva». Ha raccontato di una furiosa lite con il funzionario Angelo Sanna, anche lui indagato per peculato, in seguito alla quale era svenuta assalita da una crisi epilettica. E naturalmente si è parlato dei rapporti con il capogruppo. «Con Atzeri c'era stato sempre un rapporto ottimo, sia umano che professionale. Vederlo trasformato in un'altra persona mi fece molto male». L’ex funzionaria ha ricordato che qualche consigliere aveva anche tentato di ricucire i rapporti e di riportare la pace. Tutto inutile, però. Rispondendo alle domande dell'avvocato Agostinangelo Marras, difensore di Atzeri, Piredda ha precisato i termini della vecchia controversia con l'ex capogruppo di Rifondazione comunista, Luigi Cogodi. La vicenda, che risale al 2000, era stata risolta in sede di conciliazione quando, nel 2004, all'ex funzionaria erano stati riconosciuti circa 60mila euro. Da qui si ripartirà nella prossima udienza fissata per il 4 luglio.

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