La Nuova Sardegna

Pili: stop ai cercatori di petrolio nell’isola

Pili: stop ai cercatori di petrolio nell’isola

Il deputato attacca la società texana: usano bombe sottomarine. La Regione: allarme ingiustificato

25 giugno 2014
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CAGLIARI. Continua la battaglia di Mauro Pili contro le air-gun nei mari della Sardegna. Ieri mattina il deputato di Unidos ha depositato il ricorso alla Commissione nazionale di valutazione ambientale. Lo ha reso noto lo stesso Pili, che spiega che «è stato l'ex ministro Zanonato del governo presieduto da Enrico Letta a firmare il decreto, pubblicato alla vigilia di Ferragosto del 2013 nella Gazzetta ufficiale Europea. «Un ministro di Stato che nel silenzio assoluto – spiega Pili – espropria un pezzo di mare sardo per destinarlo con un decreto alla ricerca di petrolio, una società texana che poche settimane dopo presenta un progetto per cercare proprio davanti alla costa sarda centro nord occidentale il prezioso oro nero con un devastante sistema di bombe sismiche sottomarine». Il parlamentare di Unidos parla di «un percorso amministrativo inaudito» e sollecita che quel decreto venga revocato «perché immotivato e la procedura è viziata alla fonte». Per il deputato sardo «è un fatto di una gravità inaudita e da oggi scatta la mobilitazione in tutti i comuni costieri interessati e non solo. Non possiamo accettare questo atteggiamento colonialistico dello Stato che continua scaricare sulla Sardegna tutte le aggressioni più gravi sia sul piano ambientale che economico». «È grave – incalza Pili – il fatto che la Regione non si sia ancora costituita presso la commissione Via per opporsi a un progetto grave sia per l'impatto ambientale sia per le ricadute e i pericoli di una attività così invasiva sulla costa sarda. Per questo motivo ho deciso di farlo in prima persona – ha aggiunto il parlamentare – ben consapevole che occorre fare di tutto per evitare che si compia sino in fondo questo nefasto piano d'assalto dei mari sardi. Abbiamo già avviato la costituzione di comitati spontanei ad Alghero, Porto Torres, Stintino, Sassari, Bosa, Villanova Monteleone, Magomadas, Cuglieri, Narbolia e San Vero Milis per contrastare in tutti i modi il progetto scellerato che riguarda un'area marina di 20922 chilometri quadrati». «Da qui al 6 luglio sarà mobilitazione totale perché la Regione si costituisca e il ministero dell'Ambiente respinga il progetto». La risposta della Regione non si è fatta attendere. «Non sussistono condizioni che possano giustificare allarmismi quali quelli espressi dal deputato Pili visto che nessuna decisione è stata presa e la Regione non si è ancora espressa». La Regione fa sapere ancora che «il progetto è attualmente allo studio dei tecnici competenti e l'Assessorato della difesa dell'ambiente, nell'espletare l'istruttoria tecnica propedeutica all'espressione del parere di competenza, si avvarrà di tutte le capacità delle strutture e degli enti regionali di interesse per il progetto specifico, tenendo in debito conto quanto verrà espresso da parte delle amministrazioni locali coinvolte e di singoli cittadini o gruppi di portatori di interesse».

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