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Crac di Epolis, venti indagati per il fallimento del gruppo

Crac di Epolis, venti indagati per il fallimento del gruppo

CAGLIARI. Si è chiusa con 20 indagati l’inchiesta della procura di Cagliari sul crac della società editrice Epolis e della controllata Publiepolis, l’intermediaria di servizi pubblicitari dei...

25 giugno 2014
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CAGLIARI. Si è chiusa con 20 indagati l’inchiesta della procura di Cagliari sul crac della società editrice Epolis e della controllata Publiepolis, l’intermediaria di servizi pubblicitari dei quotidiani pubblicati dal gruppo, sparite in una voragine da 130 milioni di euro. Gli uomini della Guardia di finanza hanno notificando gli avvisi di conclusione dell’indagine, firmati dal pm Giangiacomo Pilia. Fra i destinatari figurano Alberto Rigotti 64 anni di Trento, presidente e consigliere del cda di Publiepolis e presidente di Epilis (oggi ai domiciliari dopo l’arresto dello scorso 6 giugno), Sara Cipollini 42 anni di Legnano (Milano), amministratore delegato di Epolis e consigliere del Cda di Publiepolis (anche lei ai domiciliari), e Vincenzo Maria Greco 69 anni di Napoli, dominus di Epolis e vicepresidente del cda di Publiepolis, il cui arresto è stato annullato dal tribunale del Riesame che ha confermato i gravi indizi ma, ritenuto insufficienti le esigenze cautelari. Sono indagati anche diversi amministratori, sindaci e membri del Cda del gruppo editoriale che si sono avvicendati nel tempo, ma anche l’ex editore dell’Unione Sarda Nicola Grauso, 66 anni, di Cagliari. Il fallimento di Epolis doveva essere dichiarato già nel 2006, visto che i debiti ammontavano a oltre di 34 milioni di euro e le perdite reali a poco più 32 milioni di euro. La bancarotta, però, venne ufficializzata solo nel 2011 quando la voragine era ormai di 130 milioni di euro.

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