La Nuova Sardegna

I primi cento giorni di Pigliaru: «Di corsa verso le riforme»

di Alfredo Franchini
I primi cento giorni di Pigliaru: «Di corsa verso le riforme»

L'impietoso esame della Corte dei conti sull'esercizio finanziario 2013, era Cappellacci: le partecipate sono ancora una macchina mangiasoldi, la spesa farmaceutica è alle stelle, la rincorsa di leggi e leggine non ha dato alla Regione una riorganizzazione «che appare improcrastinabile»

24 giugno 2014
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CAGLIARI. Due leggi statutarie e 41 normative regionali non sono bastate a cambiare la Regione. L’analisi della Corte dei conti sull’esercizio finanziario del 2013, (l’ultimo dell’era Cappellacci), è spietata: «L’intervento della Regione è stato settoriale e specifico, spesso finalizzato a correggere leggi precedentemente approvate». Le parole dei magistrati contabili diventano musica per il presidente della giunta, Francesco Pigliaru, presente al «contraddittorio» di ieri nella sede della Corte dei conti assieme agli assessori Paci, Arru, Demuro, Erriu, Morandi e Firino, al direttore del Centro di programmazione, Cadeddu, e a molti dei direttori generali.A poco meno di cento giorni dall’insediamento della giunta, il presidente Francesco Pigliaru, afferma: «Dobbiamo accelerare la riforma della Regione». Una tesi ribadita da tutti gli assessori: si fa fatica a controllare una macchina di cui, peraltro, nemmeno si conosce tutto.

Numeri. Premesso che le entrate del 2013 sono diminuite del 10,59 per cento rispetto all’anno precedente, (in tutto otto miliardi e 201 milioni di euro), resta il problema dei soldi non spesi e la vertenza entrate. Ci sono poste di bilancio che segnano un lieve miglioramento, (gli stessi residui sia attivi che passivi) ma forse la chiave di lettura sta negli euro che sono passati dal bilancio della Regione per transitare sul conto delle società partecipate: 445 milioni e mezzo negli ultimi due anni; (236.367.636 nel 2012 e 208.190.841 nell’ultimo anno).

Consulenze. Stesso discorso per le consulenze. Sono dimuite quelle della Regione ma sono aumentate in alcuni organismi. La Corte dei conti, presieduta da Anna Maria Carbone Prosperetti, cita i casi della Sfirs, di Sardegna It e della nuova Mineraria Silius (pur essendo in liquidazione dal 2006). A Sardegna It sono aumentati anche i costi degli organi di amministrazione della società. Presidente. Anna Maria Carbone Prosperetti spiega: «Sono problemi talmente grandi che non sono mai stati affrontati strutturalmente. Si è sempre cercato di tamponare con leggi specifiche le situazioni contingenti». I giudici contabili, (il relatore referendario è Roberto Angioni), affermano chiaramente che «non è procrastinabile un intervento di riordino della macchina amministrativa».

Sanità. Un capitolo a parte spetta alla spesa sanitaria che assorbe il 40% della manovra della Regione, la metà degli impegni totali e il 60% dei pagamenti. Nel mirino c’è la gestione economica delle Aziende e il mancato rispetto dei tetti fissati dal legislatore nazionale. La Sardegna è tra tutte le regioni quella nella quale, negli ultimi anni, si è registrata la più alta incidenza della spesa farmaceutica. L’assessore Arru ha spiegato come intende rimediare, (si veda l’articolo in alto).

Arst. «Forti dubbi di legittimità» ha detto Roberto Angioni sulla delibera per la retribuzione dell’amministratore unico dell’Arst. Gabriella Massidda, neo direttrice generale dell’assessorato, (ex della giunta Cappellacci), ha ricordato che i costi sono passati da un organo collegiale a un organo monocratico con l’ipotesi di risparmio di 185 mila euro. Ma Angioni non si è detto convinto della bontà della scelta. Centrodestra. L’esercizio finanziario 2013 sarà approvato il prossimo 4 luglio nella riunione delle sezioni riunite della Corte dei conti. Ieri Cappellacci, che era direttamente chiamato in causa come ex presidente della giunta, ha colto gli aspetti positivi della relazione, al netto delle criticità: «Abbiamo intrapreso la strada giusta e abbiamo invertito la tendenza negativa». In una dichiarazione resa assieme all’ex assessore Alessandra Zedda, spiega: «Il progresso sui pagamenti della pubblica amministrazione rappresenta un risultato importante». Cappellacci e Zedda assicurano, dall’opposizione, «un contributo costruttivo». Più critico l’eurodeputato Salvatore Cicu, (Forza Italia): «Pigliaru guarda il dito e dimentica la luna. Il vero problema che emerge dai rilievi della Corte è l’assenza di professionalità in grado di attrarre risorse: i nostri Comuni attraggono una percentuale molto bassa dei Fondi comunitari». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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