La Nuova Sardegna

Muore soffocato in casa tra le fiamme

di Angelo Mavuli
Muore soffocato in casa tra le fiamme

Massimo Piga, operaio di 42 anni, ha tentato di uscire dall’appartamento andato a fuoco, ma non ha trovato la via di fuga

22 giugno 2014
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TEMPIO. Intossicato dal fumo all’interno del sua abitazione di Tempio. Ha perso la vita così, Massimo Piga, operaio di 42 anni, trovato morto nella notte fra venerdì e sabato nel suo appartamento di Via Roselli.

Piga è stato intossicato dal fumo di un incendio sprigionatosi nel vano cucina per cause che soltanto i periti dei vigili del fuoco, nei prossimi giorni, saranno in grado di stabilire durante le perizie nell’appartamento messo sotto sequestro giudiziario. La disgrazia è accaduta nel popoloso rione di Funicedda, al primo piano di una palazzina di tre piani, nella quale vivono tre famiglie. Sul posto, avvertiti da un vicino, si sono precipitati, intorno alla 3,30, i vigili del fuoco e i carabinieri della compagnia di Tempio coordinati dal capitano Giovanni Bartolacci che, assieme al comandate della stazione, Massimo Palma, ha ispezionato a lungo l’abitazione, teatro della tragedia. Gli inquirenti hanno escluso qualsiasi implicazione di carattere penale e la disgrazia viene attribuita solo ad un fatto incidentale. Sembra che il giovane, operaio (da 24 anni dipendente della Smeraldina, la fabbrica che imbottiglia l’acqua), al momento dello scoppio dell’incendio, stesse dormendo nella sua camera da letto.

Le fiamme hanno cominciato ad agire molto lentamente, forse per mancanza di ossigeno. Disturbato dall’odore, dal calore o dal fumo Massimo Piga si sarebbe reso di quanto stava accadendo e si sarebbe precipitato ad aprire la porta della camera da letto. Un gesto istintivo che lo ha condannato a morte. Le fiamme, infatti, all’apertura della porta hanno ripreso vigore e investito Massimo, in pieno. Forse accecandolo o forse togliendogli il respiro, già sicuramente affannoso per il fumo. L’uomo a questo punto in preda al terrore e al buio avrebbe tentato prima di uscire verso un poggiolo la cui porta finestra ha il vetro rotto (gli accertamenti diranno nei giorni la causa della rottura), quindi si sarebbe precipitato verso la porta d’ingresso tentando inutilmente di aprirla. E dietro la porta, ultimo ostacolo verso un’ormai improbabile salvezza, l’operaio è stato trovato riverso dai carabinieri e dai vigili del fuoco quando a spallate hanno sfondato la porta. La notizia che è arrivata in città intorno alle 9, quando Tempio si preparava a celebrare “Stazzi e Cussogghj”, e volata di bocca in bocca destando unanime cordoglio e profonda commozione. Massimo Piga, che viveva da solo, appartiene ad una famiglia conosciutissima e stimata. Massimo pur essendo molto riservato, si direbbe tutto casa e lavoro, aveva uno stuolo di amici con i quali, soprattutto nei fine settimana, usciva e con i quali passava la maggior parte del suo tempo libero. Sempre gentile e sorridente con tutti, unanimemente viene ricordato come un grande lavoratore, rispettoso ma anche pronto anche alla battuta. Ieri mattina, dopo che il magistrato di turno, il sostituto procuratore Elisabetta Atzori, del tribunale di Tempio, ha autorizzato la rimozione della salma e la sua restituzione ai parenti, nella camera mortuaria dell’ospedale, per l’intera giornata è stato un susseguirsi di visite.

Fra le altre anche quella di Marco Solinas, proprietario, assieme ai fratelli, della Smeraldina e responsabile del settore logistico dove la vittima lavorava.

L’imprenditore non sa darsi pace e piange accanto ai suoi dipendenti. «Massimo era un grandissimo lavoratore, puntuale e rispettoso. L’ho sempre definito un maestro per il modo in cui sapeva trasmettere agli altri più giovani l’amore al lavoro. È una perdita gravissima anche per noi, siamo vicini alla famiglia». I funerali di Massimo si svolgeranno, in Cattedrale, domani mattina, partendo alle 10.15 dalle camere mortuarie dell’ospedale Paolo Dettori.

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