La Nuova Sardegna

La Domus Aurea cerca mecenate Franceschini: «Servono 31 milioni»

La Domus Aurea cerca mecenate Franceschini: «Servono 31 milioni»

ROMA. Chiusa al pubblico dal dicembre 2005 (è del 2010 l'ultimo scioccante crollo) potrebbe riaprire le porte ai visitatori fra quattro anni la strepitosa Domus Aurea, gioiello architettonico voluto...

19 giugno 2014
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ROMA. Chiusa al pubblico dal dicembre 2005 (è del 2010 l'ultimo scioccante crollo) potrebbe riaprire le porte ai visitatori fra quattro anni la strepitosa Domus Aurea, gioiello architettonico voluto da Nerone dopo l'incendio del 64 d.C. Il progetto c'è, anzi è già partito.

Ma servono 31 milioni di euro, in tranche da 7-8 milioni l'anno, fondi che la soprintendenza non può permettersi di spendere e che anche il Mibact, devastato da anni di tagli, farebbe fatica a trovare. E così il ministro convoca stampa e tv nel cantiere e lancia il suo appello ai privati: «Con l'Art Bonus sono garantite detrazioni al 65% – scandisce Franceschini– mi aspetto che le grandi imprese facciano a gara, sarebbe scandaloso se non fosse così». L'appuntamento è nella stupefacente sala ottagona del grande complesso neroniano, sormontata dalla grandiosa cupola con il gigantesco abbaino centrale che lasciava entrare la luce del giorno nella sala per lo più riservata alle feste.

Accanto al ministro la soprintendente Mariarosaria Barbera e la direttrice del monumento, Fedora Filippi, sottolineano le condizioni critiche del monumento, che non ha mai smesso di essere cantiere (ci lavorano 13 imprese con tecnici specializzati di ogni settore, dall'ingegneria idraulica alla botanica) e illustrano il progetto di risanamento messo a punto dalla soprintendenza (l'altro progetto presentato nel 2011 dall'allora commissario straordinario Luciano Marchetti con l'archeologo Andrea Carandini è stato archiviato con la chiusura del commissariamento) che prevede un intervento dall'alto, con la rimozione della terra dai 16mila metri quadrati del giardino, i restauri delle volte superiori della costruzione e quindi la collocazione di quello che i tecnici definiscono un “Sistema Integrato di protezione”, in pratica uno spessore a strati, molto più leggero dell'attuale (peserà il 70 per cento in meno della terra mista a sabbia che c'è oggi) che farà da cuscinetto tra le volte superiori della Domus e il nuovo giardino garantendo alla dimora neroniana un microclima adeguato oltre che costantemente monitorato e al giardino sovrastante una dimensione da parco archeologico con tanto di pergolati e citazioni che rievochino e immergano il turista nell'atmosfera di duemila anni fa.

Franceschini applaude, parla di «grande progetto su cui deve investire il sistema paese», poi chiarisce:«Lo stato non si sottrae, ma qui servono 31 milioni in quattro anni. Abbiamo l'Art Bonus, beh, questo è il luogo ideale». L'appello è lanciato: «Non ci sono più alibi, questa è una vetrina in tutto il mondo, mi aspetto che le grandi imprese italiane si offrano».

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