La Nuova Sardegna

Programmazione

Fondi europei, il Piano a luglio

La Regione al partenariato sociale: «Con 5 miliardi, azioni efficaci»

07 giugno 2014
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CAGLIARI. Sul tavolo fino al 2020 ci sono cinque miliardi di Fondi europei a disposizione della Sardegna, ma la scadenza è perentoria: entro il 22 luglio il dossier dei progetti dovrà essere inviato a Bruxelles e dopo comincerà la trattativa per la stesura definitiva dei bandi. È questo il percorso ribadito dall’assessore al Bilancio, Raffaele Paci, nel confronto col partenariato sociale ed economico – erano 80 i convocati – sulla programmazione 2014-2020.

I numeri. Paci ha ribadito, come aveva annunciato nei giorni scorsi, che 907 milioni sono previsti dal Fondo di sviluppo regionale, il Fers, oltre 444 milioni arriveranno da quello Sociale europeo, 569 dai Programmi operativi regionali, i Por, 1,8 dal Fondo per l’agricoltura e 1,8 dal Fondo di coesione e sviluppo. A questi si aggiungono i 500 milioni del Programma operativo nazionale, il Pon.

Le tappe. «L’efficienza non ci basta più – ha detto Paci – e rendicontare bene sarà solo il primo passo. Il vero traguardo della Giunta è testare l’efficacia degli interventi. E anche quando da parte delle imprese, dei sindacati e delle associazioni arrivano indicazioni e suggerimenti, tutti dobbiamo avere in mente un solo obiettivo: quanta occupazione e quante aziende riusciremo a realizzare».

Descritta la filosofia, Paci ha aggiunto: «Ora abbiamo tempo sino al 22 luglio per definire le 40 azioni della nuova programmazione. Prima di quella data, il piano dovrà essere discusso dal Consiglio regionale e quindi la Giunta dovrà approvarlo entro metà luglio».

La polemica. L’assessore al Bilancio ha replicato a distanza al consigliere regionale dell’Uds Mario Floris, che aveva bocciato il confronto col parternariato «un inutile operazione di facciata».

Paci ha detto: «Il percorso non è cominciato oggi, ma avanti da due anni e qualcuno (Floris, appunto), si dimentica che esiste la continuità amministrativa di cui dobbiamo tener conto». Con questa conclusione: «Il lavoro che ora vogliamo portare avanti è cercare di costruire il programma regionale per lo sviluppo con tutte le risorse a disposizione della Sardegna fino a mettere a sistema ognuno dei cinque miliardi annunciati».

Le proposte. Per il presidente regionale di Confcommercio, Agostino Cicalò, «la Sardegna ha un’occasione unica e non può perderla se vuole rilanciare l’economia». L’azione più significativa – secondo Cicalò – deve «puntare su progetti concentrati sui cosiddetti attrattori naturali e culturali in sinergia con la crescita in tempi brevi della competitività turistica. L’auspicata efficacia degli interventi è dunque un obbligo necessario se si vuole produrre davvero occupazione».

Una proposta è arrivata anche dal Gruppo di intervento giuridico, che ha partecipato all’incontro. «Un terzo dei Fondi europei – è scritto in un comunicato deve essere destinato al risanamento idrogeologico e al riordino della rete idrica, per fornire occasioni di lavoro a imprese e lavoratori».

Dal canto suo la Cgil, oltre ad auspicare un confronto riservato solo ai sindacati sul Piano di programmazione, ha puntato l’attenzione su questo punto: «I Fondi europei non possono essere dispersi in mille rivoli, ma concentrati su precise azioni di sviluppo sostenute anche da una completa stagione di riforme istituzionali». Poi la critica della Cgil: «Sul Programma di sviluppo rurale e sul Fondo per la pesca sono inspiegabili invece i motivi per cui l’assessorato all’Agricoltura abbia azzerato il confronto e sia anche in forte ritardo nella spesa». (ua)

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