La Nuova Sardegna

Carloforte, tonno rosso a rischio

di Simone Repetto
Carloforte, tonno rosso a rischio

Interrogazione del 5 Stelle Vallascas: i pesci vengono catturati e portati a Malta

01 giugno 2014
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CARLOFORTE. I 5 Stelle a difesa del tonno sardo. Il deputato Andrea Vallascas ha presentato un’interrogazione al ministro delle Politiche agricole sulle modalità di pesca al tonno rosso che, da alcuni anni, caratterizza le tonnare sulcitane, dove non si fanno più mattanze e il tonno viene trasferito vivo in gabbioni galleggianti, destinati gli allevamenti marini a Malta. «Questo comparto produttivo fortemente legato alle tradizioni locali rischia di essere spazzato via, a causa di processi di commercializzazione che favoriscono il trasferimento nel resto d'Italia e all'estero della materia prima, con gravi danni per il mercato locale e l’indotto – sostiene il deputato 5 Stelle Andrea Vallascas nell’interrogazione al ministro Maurizio Martina –. Di fatto si tratta di una vera e propria depredazione dei mari della Sardegna, sfruttati unicamente per la cattura degli esemplari che, con il sistema del trasferimento, sono pressoché scomparsi dal mercato locale. Si tratta di una gravissimo danno per l’economia del sud ovest sardo, dove, attorno alla pesca del pregiato tonno rosso, si è sviluppato un sistema produttivo con un indotto che ha sempre garantito redditività e occupazione alla popolazione residente, oggi messo a rischio per la mancanza della materia prima». Con questa seconda interrogazione sul tema, Vallascas ha sollecitato il Governo a intervenire per disincentivare la pratica del trasferimento degli esemplari vivi nei centri di allevamento, promuovendo azioni di valorizzazione delle tipicità locali, per salvaguardare i livelli produttivi, occupazionali e l'indotto turistico annesso. A Carloforte, il problema è molto sentito, in quanto, oltre alla diminuzione degli isolani impiegati nelle tonnare, viene a mancare la materia prima nelle pescherie locali. Ieri, ad esempio, in alcuni esercizi di tonno rosso non ce n’era neanche l’ombra, in altre ce n’era poco, che non provenivano dalle tonnare e veniva venduto a 25 euro al chilo. Stranamente, sconfinando a Portoscuso, il tonno rosso di tonnara (quella di Porto Paglia, dove si è tenuta l'unica mattanza finora svolta) è presente e viene venduto anche a 13 euro al chilo, per cui molti carlofortini lo vanno a comprare dai vicini portoscusesi. E non manca il mercato nero. Distorsioni del mercato locale che non sarebbero state tollerate dai carolini di un tempo e che mettono in discussione l'esistenza stessa di una kermesse come il Girotonno, dove il tonno della tonnara isolana dovrebbe abbondare. Sulla questione, il gruppo “Tabarchin pau ben in cumun” ha proposto la trasformazione del Girotonno in “Vivotonno”, con cattura e consumo responsabile. «Sarebbe auspicabile una pesca al tonno fatta interamente da personale isolano – hanno detto gli attivisti tabarchini – per un pescato limitato e controllato, per un uso interno all'isola e con marchio doc, tutelato e garantito, che dà valore e benefici a tutta la comunità e non a pochi. Riteniamo che il Girotonno, alla luce di quanto sta succedendo, dovrebbe essere riconsiderato, nella forma e nella sostanza».

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