La Nuova Sardegna

La scalinata a Tiscali? Un’idea della Regione

di Paolo Merlini

È scritto nella delibera della giunta Cappellacci che nel 2012 finanziò il progetto con il Codice Urbani

31 maggio 2014
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NUORO. La Regione era a conoscenza da almeno due anni della scalinata che il Comune di Dorgali intendeva realizzare all’interno della dolina di Tiscali. Anzi, stando alla carte aveva addirittura consigliato questa soluzione per permettere «ai visitatori di apprezzare il villaggio nel suo complesso».

È scritto a chiare lettere nella delibera della giunta Cappellacci del 24 aprile 2012 che, su proposta dell’allora assessore agli Enti locali, finanze e urbanistica Nicola Rassu, assegnava 743mila euro per il “Recupero paesaggistico ambientale del sito archeologico di Tiscali”. Si legge infatti che «l’assessore propone di realizzare un percorso di visita (...) adagiato sul terreno naturale o con passerelle sopraelevate in legno e acciaio».

Una serie di assurdità. Ma la delibera regionale rivela anche un aspetto paradossale: per realizzare, fra i vari interventi probabilmente davvero utili alla tutela di Tiscali, la scalinata di metallo che tante polemiche e indignazione sta suscitando in questi giorni, la giunta regionale utilizzò risorse derivanti da sanzioni pecuniarie per opere abusive in territori sottoposti a vincolo paesaggistico. Lo fece in base alle norme sui beni culturali (il Codice Urbani) che consente l’uso di quei determinati fondi anche per il «recupero dei valori paesaggistici» in aree degradate o a rischio. E infatti la somma assegnata a Tiscali di 743mila euro era l’esatto ammontare delle sanzioni pecuniarie accertate nel 2011 dal servizio di salvaguardia ambientale nelle province di Nuoro e Ogliastra. Insomma, con i soldi derivati degli scempi - secondo gli accusatori - se ne realizzava un altro.

Bene da tutelare. Il sindaco di Oliena, Salvatore Serra, intanto ieri ha inviato una nota al presidente Francesco Pigliaru e a vari interlocutori, dalla Soprintendenza ai beni archeologici allo stesso Comune di Dorgali. «Pur partendo dal lodevole presupposto di garantire una maggiore fruibilità del sito – scrive – ritengo che le opere in progetto pregiudichino irreparabilmente un sistema dalla fragilità così tanto evidente: mi sembra opportuno rilevare, infatti, come l'approccio progettuale risulti essere poco attento alle preesistenze e abbia, in sé. un carattere di irreversibilità che mal si concilia con la necessità di preservare non solo la bellezza del sito, ma anche il suo stesso valore scientifico e di memoria del nostro passato». «A queste considerazioni – continua Serra – mi portano il considerare le scelte progettuali, gli elementi architettonici introdotti e il ricorso a materiali che non si sposano con le esigenze di tutela e salvaguardia; ritengo che un patrimonio identitario inestimabile come Tiscali vada difeso, curato, e protetto e la necessità di una maggiore fruibilità non possa prescindere da tali considerazioni».

Le contestazioni. L’assessore all’ambiente di Oliena, Valentino Carta, che ha preso a cuore la vicenda Tiscali ed è uno dei maggiori oppositori alla scalinata, ha disposto la pubblicazione del progetto nel sito del Comune. «Ora è online in ogni sua parte – dice – e ciascuno può farsi un’idea di cosa comporterà. Ma soprattutto è la nostra risposta al sindaco di Dorgali che ci ha accusato di aver diffuso una foto falsa della scalinata che si vuole realizzare. È tutto in quelle carte, le stesse che il Comune di Dorgali ci ha inviato in vista della conferenza di servizi alla quale, bontà sua, siamo stati invitati».

L’incontro. La conferenza di servizi su Tiscali dovrebbe svolgersi nelle prossime settimane. Oltre ai due Comuni, parteciperanno rappresentanti dell’Ufficio tutela del paesaggio, che si è già espresso criticamente sulla scalinata, il Servizio di sostenibilità ambientale e la Soprintendenza ai beni archeologici, che invece si era mostrata più possibilista sulle modalità dell’intervento.

Parla la coop Ghivine. Ma sulla vicenda Tiscali è doveroso sentire l’opinione di coloro che da vent’anni assicurano le visite e la vigilanza nel sito archeologico, la cooperativa Ghivine di Dorgali. Anche loro fanno parte dell’esercito degli operatori dei beni culturali che nell’isola gestiscono monumenti archeologici e ambientali in totale regime di precariato. «Non sapevamo nulla del progetto – dice il vice presidente Giampiero Cucca – Non siamo mai stati consultati durante la progettazione. La scalinata? Tiscali è uno dei luoghi magici della Sardegna, un intervento del genere lo snaturerebbe».

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