La Nuova Sardegna

San Raffaele, avanti a tappe forzate

San Raffaele, avanti a tappe forzate

È cominciato all’assessorato alla Sanità il confronto fra i tecnici della Regione, la Qatar Foundation e il Bambin Gesù

29 maggio 2014
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CAGLIARI. Lo “scatolone bianco”, l’ospedale San Raffaele di Olbia, comincia a riempirsi. In meno di ventiquattr’ore ci sono state due riunioni fra i tecnici della Regione, guidati dal direttore generale dell’assessorato alla Sanità, Giuseppe Sechi, e i rappresentati della Qatar Foundation, gli investitori, e quelli dell’ospedale Bambin Gesù, che sarà il gestore scientifico del San Raffaele. I due incontri si sono intrecciati con un altro tavolo tecnico – aperto solo ai tecnici dell’assessorato – in cui è all’ordine del giorno la mappa della rete ospedaliera pubblica e privata della Sardegna. In altre parole è cominciato e a passo spedito il percorso che entro il 24 giugno dovrebbe concludersi se l’esito del confronto sarà positivo con la firma dell’accordo definitivo a tre (Regione, Qatar e Bambin Gesù) per la riapertura del cantiere e la cora per arrivare puntuali a un’inaugurazione già annunciata per il primo marzo del 2015.

Top secret. A che punto siano le trattative a tre lo sanno davvero in pochi. Sul San Raffaele l’ordine, in viale Trento, è di far trapelare quasi nulla, o comunque solo notizie ufficiali- Di ufficiale per ora non c’è nulla. Anzi, l’unico punto fermo è da settimane la bozza, molto articolata, presentata dalla Qatar Foundation e dal Bambin Gesù su quali reparti aprire al San Raffaele. È l’elenco allegato alla pre-intesa fra la Regione e gli investitori, firmata qualche giorno rima della cerimonia di una settimana fa a Palazzo Chigi, con garante il primo ministro Matteo Renzi.

È un elenco rimasto segreto per mesi, ma che ora tutti conoscono a memoria: riabilitazione neurologica e ortopedica, medicina sportiva, pediatria, ortopedia, cardiologia, neurologia, oculistica, più almeno due centri di ricerca internazionali di cui uno sul diabete.

Il 24 giugno, scadenza della trattativa, i reparti saranno gli stessi, oppure ci sarà un rimpasto? È proprio su questo punto che il tavolo tecnico sul San Raffaele e quello regionale sui posti letto hanno avviato la discussione cominciata in questi giorni.

Il punto della Regione. A Roma, subito la cerimonia a Palazzo Chigi, il presidente della Regione Francesco Pigliaru è stato chiaro nel dire: «L’inserimento del San Raffaele dovrà tener conto degli ospedali pubblici e delle altre strutture private che esistono in Sardegna». Dunque, la Regione non vuole sovrapposizioni di reparti e tanto meno che lo “scatolone bianco” alla fine costringa l’assessorato alla Sanità a proporre il taglio (tecnicamente sarebbe un congelamento) di posti letto da altre parti. È un rischio politico e la Giunta non vuole scontrarsi con nessuno, tant’è che lo stesso Pigliaru, sempre a Roma, ha aggiunto: «Su questo progetto vogliamo raggiungere il massimo della condivisione». Necessaria e obbligatoria per superare il muro sollevato da chi è perplesso in maggioranza e nel centrodestra. Soprattutto perché da qui al 24 giugno il progetto San Raffaele dovrà passare all’esame non solo della Giunta, ma anche della commissione Sanità del Consiglio regionale e dell’Aula.

Il punto del Qatar. Sempre a Roma è stato il portavoce della Fondazione qatarina, Lucio Rispo, a dire: «Siamo ai dettagli. La trattativa con la Regione è ben avviata e in mese la partita sarà chiusa e chiusa bene con reciproca soddisfazione». Per poi confermare l’infinità di numeri che ruotano attorno al nuovo ospedale: un miliardo e 200 milioni d’investimento, con cento messi subito a disposizione per completare la struttura, mentre gli altri serviranno per arredare i 260 posti letto (e una cinquantina di suite), acquistare macchinari all’avanguardia, formare il personale, le prime assunzione saranno subito dopo l’estate, e ingaggiare medici di primo livello.

È questo il cronoprogramma della Fondazione, che non pare intenzionata a fare troppi passi indietro rispetto alla bozza già consegnata alla Regione. Sarà sempre così, oppure nelle prossime riunioni tecniche, cominceranno le rinunce? Sempre a Roma Rispo ha detto di «essere sicuro che i tempi saranno rispettati», compreso il giorno dell’inaugurazione: domenica primo marzo del 2015.

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