La Nuova Sardegna

Un figlio dopo un tumore grazie agli ovuli congelati

di Gabriella Grimaldi
Un figlio dopo un tumore grazie agli ovuli congelati

Nell’università di Sassari è attiva una banca di tessuto ovarico, unica in Sardegna La crioconservazione dei gameti permette alle donne di mantenere la fertilità

25 maggio 2014
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SASSARI. Un futuro meno grigio per le donne affette da tumore. Nella clinica Ostetrica dell'Aou è infatti attiva una banca di tessuto ovarico unica in Sardegna. Il servizio, inaugurato quattro anni fa, sta avendo grandi risultati perché permette alle donne che, a causa di un tumore, devono essere sottoposte a chemioterapia o radioterapia, di mantenere la propria fertilità negli anni a venire. Le terapie antitumorali infatti, essendo molto aggressive, possono danneggiare i tessuti degli organi deputati alla riproduzione impedendo di avere gravidanze.

Con la tecnica della crioconservazione dei gameti e del tessuto ovarico invece questa possibilità viene preservata e le donne che hanno la sfortuna di ammalarsi in giovane età oppure quelle che avevano ritardato il progetto figli possono guardare al futuro con maggiore serenità.

Di queste tecniche si parlerà nel congresso "Crioconservazione dei gameti e del tessuto ovarico" in programma domani alle 9 nell'aula 2 dell'Orto botanico in viale San Pietro.

Nell'incontro, organizzato dalla clinica diretta da Salvatore Dessole con il patrocinio delle Aou di Sassari e Cagliari e dell'università di Sassari, verranno illustrate le varie tecniche che permettono di preservare la fertilità delle pazienti prima di sottoporle a terapia antitumorale e che, nello specifico, sono: crioconservazione degli embrioni (previa fecondazione in vitro e successivo congelamento dell'embrione), crioconservazione degli ovociti, crioconservazione di tessuto ovarico, soppressione della funzionalità ovarica mediante GnRh analoghi e chirurgia conservativa nei tumori ginecologici.

«La crioconservazione è una tecnica di conservazione in azoto liquido di cellule e tessuti, compresi i gameti maschili e femminili e gli embrioni – spiega il professor Dessole –. Considerato che la conservazione del tessuto ovarico è quella con maggiori risultati, prima di sottoporre una donna a terapia oncologica preleviamo il tessuto e lo conserviamo. Quando in futuro la donna deciderà di avere una gravidanza il tessuto verrà ritrapiantato».

Queste tecniche all'avanguardia vengono applicate anche in casi di altre patologie che comportano la compromissione dell'apparato riproduttivo.

«Si tratta di una possibilità che avvantaggia la donna sotto il profilo psicologico – prosegue il direttore della clinica che ci tiene a ringraziare la direzione dell'Aou per la determinazione con cui è stato perseguito l'obiettivo di creare la banca di tessuto ovarico – e che la aiuta ad affrontare la malattia».

I lavori cominceranno alle 9 di domani e proseguiranno per tutta la giornata. Vi prenderanno parte ginecologi, oncologi e chirurghi delle aziende sanitarie di Sassari e Cagliari.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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