La Nuova Sardegna

Biblioteca universitaria: «Diamole il nome di Enrico Berlinguer»

di Sante Maurizi
Biblioteca universitaria: «Diamole il nome di Enrico Berlinguer»

La richiesta al ministro dal mondo culturale sassarese per ricordare l’impegno civile di un grande leader politico

13 maggio 2014
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SASSARI. Era bello, a Sassari durante Monumenti aperti, vedere tanta gente su e giù per lo scalone del vecchio ospedale di piazza Fiume. Come un anno fa, quando fu possibile accedervi – sempre per Monumenti aperti – dopo il restauro conservativo che ne svelò i volumi, i materiali, le graniglie, gli infissi, i volti in pietra e i nomi dei tanti benefattori che permisero l'avvio dell'opera e il mantenimento nei decenni delle sue funzioni. Restauro curatissimo persino in dettagli apparentemente insignificanti, come lo stucco ai bordi delle vetrate che dai bracci delle camerate si affacciano sulla cappella. (Lo stucco: cingomma dei poveri, memorie di mestieri lontani e del povero Ernesto Nemecsek, il cui nome viene scritto in lettere minuscole, per una ingiusta condanna, nei verbali della "Società dello stucco" dei ragazzi della via Pàl).

Forse è proprio il cappellone della Santissima Annunziata a illustrare nel modo più efficace quella Sassari di metà Ottocento che sentì stretti gli abiti di un tempo: i colori accesi, l'altare, gli affreschi, le statue e il baldacchino affastellano gotico, rinascimento, controriforma e neoclassicismo in uno spazio ristretto, quasi con l'urgenza di recuperare il tempo perduto. Come appunto andava facendo, e in fretta, una classe dominante che coglieva l'opportunità di essere dirigente anche grazie alla realizzazione di opere di pubblica utilità.

Ora la città sta per riallacciarsi a quella fase così rilevante della propria storia. Il 23 giugno, al termine di un'operazione di trasferimento complessa e delicata, la Biblioteca Universitaria inaugurerà nell'"ospedale vecchio" la propria sede, alla presenza del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. Gli oltre trecentomila volumi si sposteranno dal Rettorato a piazza Fiume per meno di mezzo chilometro, ma il tragitto fra modalità di fruizione così diverse è ben più consistente. Quello della Biblioteca non sarà un semplice trasloco. Sarà una rifondazione: un ospedale realizzato grazie alle donazioni di cittadini sassaresi e del Sassarese ritorna nella disponibilità dei sassaresi e del Sassarese come centro di cultura. L'Adriano di Marguerite Yourcenar diceva che fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, "ammassare riserve contro l'inverno dello spirito". Quelle scorte saranno raccolte a Sassari in spazi dove trovò riparo l'inverno dei corpi.

Tutti gli aspetti di un'operazione così importante debbono allora essere considerati attentamente, a maggior ragione perché convergono nella sua definizione tematiche attualissime e concrete: lo status dei beni librari e archivistici nell'era digitale, la condizione generale del Paese e quella particolare, drammatica per tanti aspetti, della città. Dare spazio ai libri e al pensiero in tempi come questi può essere un gesto eversivo e disperato, o dare impulso alla fisionomia di un territorio. Allora anche la possibile intitolazione della biblioteca è parte non secondaria delle strategie di comunicazione di un luogo che non può essere un mero deposito, ma può proiettarsi all'esterno come fulcro dinamico di iniziative e identità. Ed è bene che il tema diventi di discussione pubblica, sappia sfuggire ai meccanismi opachi degli uffici ministeriali e delle gerarchie burocratiche (immagino procedure più complesse di quelle di una commissione comunale sulla toponomastica) per diventare patrimonio dei cittadini. Ciò che dovrebbero auspicare per prime le istituzioni locali e i rappresentanti politici regionali e nazionali, coinvolgendo direttamente il Ministro e la sottosegretaria Francesca Barracciu.

L'appello che promuove l'intitolazione della biblioteca a Enrico Berlinguer contiene in breve tutte le ragioni della proposta. Se ne potrebbero aggiungere altre. Perché è imbarazzante che a Berlinguer la sua città abbia intestato un tratto di collegamento su una rotatoria, in una zona periferica e non abitata. Perché è il sassarese dell'età contemporanea più famoso al mondo. Perché è il trentennale della scomparsa. Perché è Enrico Berlinguer.

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