La Nuova Sardegna

L’ex consigliere indagato resta nello staff dell’assessore Morandi

di Umberto Aime
L’ex consigliere indagato resta nello staff dell’assessore Morandi

Cuccu (Cd), esperto di artigianato, è sotto inchiesta per l’uso dei fondi ai gruppi. La posizione della giunta: nomine fiduciarie decise dai singoli assessori

10 maggio 2014
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CAGLIARI. Il capo di gabinetto dell’assessore al Turismo è indagato per peculato aggravato nell’inchiesta della Procura di Cagliari sui fondi ai gruppi del Consiglio regionale ma per ora l’incarico fiduciario non gli sarà revocato. L’indagato è l’ex consigliere Franco Ignazio Cuccu, eletto per due legislature dall’Udc (collegio di Oristano), di cui è stato anche tesoriere e poi transitato nel Centro democratico fino a essere il vice del segretario regionale dimissionario Roberto Capelli, ora deputato. È proprio l’appartenenza dell’ex onorevole al Cd uno dei motivi, oltre alla sua riconosciuta conoscenza del mondo delle imprese e dell’artigianato, per cui è stato nominato a capo della segretaria dall’assessore al Turismo. Perché il professore universitario Francesco Morandi, a sua volta e a suo tempo è stato indicato assessore al turismo proprio dal Centro democratico.

L’assessore. Morandi non solo è uno stimato professore universitario, soprattutto è uno dei più grandi esperti di turismo in Sardegna. La riprova è arrivata anche ieri quando il corso di corso di laurea da lui voluto a Olbia su “Economia e management turistico” ha conquistato a pieno titolo la prima pagina dello speciale lavoro del Corriere della Sera. Ma sul caso del suo capo di gabinetto indagato ieri l’assessore, via messaggio, ha risposto: «Nessun commento».

La presidenza. Ciascun assessore ha scelto lo staff in piena autonomia. Non ci sono state proposte «portate prima all’esame della Giunta» e neanche lasciapassare diretti o indiretti alle nomine da parte del presidente. «Gli incarichi, come dispone la norma, sono di natura fiduciaria, non passano dunque attraverso delibere dell’esecutivo, e quindi l’unico responsabile è ogni singolo assessore», è questa la risposta ufficiale di viale Trento a ogni possibile polemica sulla composizione delle squadre nei dodici assessorati. Certo, dalla presidenza della Giunta c’erano state all’inizio, subito dopo il giuramento dell’esecutivo, alcune direttive iniziali, i cosiddetti criteri di massima. A cominciare dalla «indispensabile, sicura, comprovata competenza ed esperienza» di chiunque avrebbe ricevuto l’incarico, fosse stato capo gabinetto, segretario particolare o consulente. E infatti, sempre da viale Trento, fanno sapere che titoli, meriti, comprese le precedenti esperienze, degli oltre trenta nominati saranno presto (quanto presto?) pubblicati sul sito della Regione alla voce Trasparenza. Resta il problema dell’opportunità che un indagato faccia parte di una squadra anche se non amministra soldi pubblici e non firma delibere.

L’inchiesta. Francesco Ignazio Cuccu è indagato dal luglio del 2013 per l’inchiesta-bis sui fondi ai gruppi. Fa parte del pacchetto degli avvisi di garanzia inviati a suo tempo dalla Procura di Cagliari a cinque ex consiglieri dell’Udc della XIII legislatura. Oltre a Cuccu, gli ex assessori Sergio Milia, Andrea Biancareddu e i consiglieri Sergio Obinu e Alberto Randazzo, poi passato a Forza Italia. Tutti indagati per peculato aggravato, reato ipotizzato proprio per l’utilizzo dei fondi allora destinati ai partiti presenti in Consiglio. Le cronache giudiziarie dell’epoca raccontano anche del sequestro di un computer avvenuto a dicembre proprio negli uffici dell’Udc nel palazzo di via Roma del cui contenuto, sottoposto per ordine del pubblico ministero a perizia informatica, non si è saputo più nulla se non che è una delle prove di questo filone dell’inchiesta. «Non è noto – scriveva a suo tempo la Nuova – quale sia l’importo contestato dal magistrato agli indagati. La sola certezza è che - secondo la Procura - anche questi ultimi e uomini politici avrebbero utilizzato per spese non previste dalla legge fondi che il Consiglio destina all’attività istituzionale».

L’opportunità. Di per sé essere indagato non è una condanna a priori, ci mancherebbe che lo fosse prima di una sentenza definitiva, anche se nella politica isolana è accaduto l’opposto di recente. L’indagato non è certo un colpevole, e questo è scritto da sempre nel codice penale, altra storia è che l’ «avvisato» faccia parte di uno staff legato ai Palazzi della Regione. Oggi il caso Cuccu è solo una questione di opportunità. Per questo, fanno sapere alcune indiscrezioni, in queste ore si sarebbero mosse varie diplomazie interne per cercare una soluzione.

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