La Nuova Sardegna

E.On, operai ancora in sciopero

di Gianni Bazzoni
E.On, operai ancora in sciopero

Finora negativi i negoziati su Fiume Santo, il 14 incontro alla Provincia di Sassari

08 maggio 2014
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SASSARI. Ancora scioperi. Due ore ieri, altre due domani e un dialogo che ormai sembra diventato impossibile tra lavoratori-sindacati e la multinazionale tedesca E.On.

A Fiume Santo tira aria pesante ormai da mesi e l’indifferenza delle istituzioni di fronte a una vertenza che riguarda tutta la Sardegna, aggiunge ulteriori preoccupazioni.

Ieri è trapelata la notizia che E.On ha comunicato - attraverso una raccomandata - l’esito negativo dei passaggi effettuati con le organizzazioni sindacali per quanto riguarda gli esuberi. E non c’era dubbio che i sindacati non avrebbero dato corso ad alcuna trattativa, perchè gli obiettivi della vertenza sono diversi e la situazione ha una complessità di livello nazionale, tanto che coinvolge anche il Governo (finora in una strana e inspiegabile posizione di attesa).

Ora si passa, quindi, alla procedura cosiddetta “amministrativa”. Pare che l’incontro sia già stato fissato per il 14 maggio in Provincia, nel pomeriggio.

«É evidente che si va a un confronto duro – ha detto ieri Massimiliano Muretti, segretario generale della Filtcem-Cgil – perché non siamo assolutamente d’accordo con le posizioni sostenute da E.On. Vediamo quali sono le loro valutazioni, ma i numeri espressi finora non hanno alcun senso se non vengono definiti gli altri aspetti della partita energetica su Fiume Santo».

Il riferimento è, naturalmente, alla chiusura dei gruppi 1 e 2, che devono essere demoliti con la conseguente bonifica delle aree. Ma anche al progetto - un investimento da 700 milioni di euro - per la realizzazione del quinto gruppo che serve per dare garanzie di continuità al polo energetico che altrimenti sembra avviato verso una condizione di grave criticità.

Per questo i sindacati chiedono, ancora una volta, una presa di posizione chiara da parte della giunta regionale.

«Serve un impegno preciso e deciso – ha detto ancora Muretti – in maniera che E.On venga messa nelle condizioni di confermare che cosa intende fare. Due le possibilità: definire l’investimento e avviare i cantieri per il gruppo già autorizzato, oppure cedere il passo e lasciare che siano altri a fare l’intervento. In questo caso occorre accelerare l’uscita di E.On da Fiume Santo e dalla Sardegna, perché non c’è altro tempo da perdere».

Solo a quel punto, probabilmente, le organizzazioni sindacali potrebbero aprire un confronto per arrivare a un “accordo di qualità” e prevedere la mobilità solo per le uscite volontarie.

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