La Nuova Sardegna

Sequestrati nuovi documenti in Provincia

Sequestrati nuovi documenti in Provincia

Controlli sui tempi d’intervento a Budoni e a San Teodoro nel filone battuto dagli inquirenti nuoresi

25 aprile 2014
2 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Blitz degli uomini della polizia giudiziaria inviata dalla procura della Repubblica di Nuoro negli uffici della ex Provincia Olbia Tempio. Gli ufficiali dei carabinieri hanno messo sotto sequestro una serie di incartamenti relativi alla alluvione che ha colpito la Gallura e il Nuorese nel novembre del 2013, e in particolare quelli relativi all’emergenza e ai soccorsi disposti a protezione dei centri di Budoni e San Teodoro, che pur essendo in territorio nuorese sono amministrati dalla ex provincia gallurese. Una acquisizione di documenti necessari all’inchiesta avviata dal procuratore della Repubblica di Nuoro Andrea Garau, che fa seguito al sequestro di documenti portato a termine, nel febbraio scorso, dagli agenti della polizia giudiziaria inviati negli uffici della Provincia dal sostituto procuratore della Repubblica Riccardo Rossi. L’acquisizione dei documenti richiesti dal pm nuorese e disposti dall’ordinanza del gip del tribunale barbaricino saranno utili per capire quali siano stati i tempi d’intervento da parte dell’ente provinciale dopo l’allarme alluvione lanciato dalla protezione civile nazionale il 17 pomeriggio (era di domenica) e che annunciava un allerta meteo per le future 24-36 ore, con indici di rischio di mortalità per la popolazione.

Un allerta che, stando agli accertamenti delle due Procure (Nuoro e Tempio) avviati dopo l’alluvione che ha investito mezza isola (sono 80 i Comuni interessati e che hanno subito danni dal passaggio del ciclone Cleopatra) sarebbe stato quasi ignorato dagli Enti che avrebbero dovuto attivare e sovrintendere i centri di soccorso e emergenza a livello regionale, provinciale e comunale.

I paesi di San Teodoro e Budoni vennero investiti dalla tempesta d’acqua e fango che mise in tilt depuratori e condotte idriche,

Per diversi giorni l’acqua arrivo nei rubinetti delle abitazioni dei due centri “galluresi” con il contagocce, e in alcune zone rimase per diverse settimane non potabile a causa degli impianti di potabilizzazione che rimasero senza materia prima, ovvero l’acqua resa troppo torbida dall’onda di detriti e fango. I documenti raccolti dalla polizia giudiziaria della Procura nuorese saranno “condivisi”, come da accordi intrapresi tra i capi degli uffici inquirenti, anche con la Procura di Tempio. Gli accertamenti in corso sono infatti speculari e applicabili alle due inchieste, quella avviata da Nuoro e l’altra portata avanti dai magistrati di Tempio. Anche per l’inchiesta barbaricina, condotta dal capo della Procura Andrea Garau si avvicina il giro di boa dei sei mesi canonici imposto dalla procedura penale, ed entro il 18 maggio prossimo l’inquirente dovrà decidere se concludere l’indagine o richiederne la proroga al gip, svelando anche in questo caso le carte e iscrivendo gli eventuali indagati sull’apposito registro. (g.p.c.)

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative