La Nuova Sardegna

La rivoluzione pacifica regina del web

di Silvia Sanna
La rivoluzione pacifica regina del web

L’Isola dei cassintegrati: dall’intuizione di due ragazzi un boom mediatico senza precedenti

24 aprile 2014
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PORTO TORRES. Vittoria solo virtuale. Che consola poco. Perché nel mondo reale la fabbrica è chiusa, gli operai Vinyls hanno perso il lavoro e devono cercare di reinventarsi il futuro. È finita nel modo peggiore, come molti immaginavano almeno da un paio d’anni, da quando i cassintegrati avevano abbandonato l’isola dell’Asinara, palcoscenico mediatico della protesta. Prima di allora no. Prima c’era la speranza che la ruota di Vinyls riprendesse a girare come se niente fosse successo. Per due ragioni: perché il pvc prodotto nello stabilimento di Porto Torres era considerato di ottima qualità, e perché un gruppo di operai da mesi aveva iniziato a fare parlare di sé, nei salotti tv e nel web. Prendendosi gioco dei politici, inchiodando di fronte alle responsabilità chi ci governa ed è chiamato a dare risposte. L’avventura inizia nel gennaio del 2010, quando gli operai della chimica di base occupano la torre aragonese di Porto Torres. Conquistano subito i riflettori, ma ancora non basta. Il colpo di genio arriva un mese dopo: zaino in spalla, dentro pigiama e coperte, una trentina di cassintegrati sbarca all’Asinara. Devono restarci un week end, andranno via dopo 470 giorni. Altri operai di aziende in crisi occupano porti e aeroporti, bloccano il traffico, provocano disagi. Loro no: scelgono di non disturbare, di entrare nelle case della gente bussando con delicatezza. Ma una volta dentro, nessuno li manda via. Ad aiutarli, in questa conquista pacifica delle coscienze, sono due ragazzi di 25 anni, entrambi esperti di comunicazione. Si chiamano Michele Azzu e Marco Nurra. Il primo, sassarese, bassista, figlio di Tore, tecnico di laboratorio della Vinyls di Porto Torres, vive a Guilford, 35 chilometri di treno da Londra. Su Messenger contatta Marco a Madrid, dove fa il praticantato giornalistico a El Mundo. Poche ore dopo l’Asinara revolution è già partita. Michele e Marco creano il gruppo Facebook “L’isola dei cassintegrati” e inventano lo slogan “l’unico reality reale, purtroppo”. Si prendono gioco dell’Isola dei famosi della Ventura, proprio in quei giorni in onda su Rai2. L’avventura all’Asinara diventa un diario quotidiano: pensieri e sensazioni che vengono pubblicate, ogni giorno, sulle pagine della Nuova Sardegna. Il gruppo Facebook vola: alla fine gli iscritti saranno oltre 100mila. Nascono i club dei tifosi, gli operai diventano idoli, simboli di una lotta genuina, giusta, modello da esportare. I talk show se li contendono, sull’isola ex carcere arrivano le telecamere di tutte le tv nazionali: i nostri eroi battibeccano con ministri e sottosegretari, danno lezioni di chimica che sono un po’ lezioni di vita, sanno graffiare, ma sempre con grande educazione. L’Asinara è una calamita irresistibile: alla gente comune, che va lì per portare conforto, viveri e amicizia, si accodano presto i politici. Alcuni animati da buone e sincere intenzioni, altri dal desiderio poco pio di non restare ai margini del circo mediatico. I cassintegrati gestiscono la situazione con equilibrio, diffidano di chi sparge ottimismo e tengono sempre la barra dritta: l’obiettivo è conservare il posto di lavoro, salvare la chimica, la loro storia. Michele Azzu e Marco Nurra, su Facebook e nel blog sono bravissimi a tenere i fili della comunicazione. L’isola dei cassintegrati diventa Penisola, contenitore delle battaglie di tutta Italia: da qualche mese il blog è partner dell’Espresso. E poi il libro, “Asinara Revolution”: la lotta, di operai e bloggers, raccontata sulla carta. Ricordo indelebile di una storia di dignità.

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