La Nuova Sardegna

Le leggi “rosa” che hanno cambiato l’Italia

di Anna Sanna
Le leggi “rosa” che hanno cambiato l’Italia

Divorzio, aborto, parità in famiglia e sul lavoro: un percorso che ha segnato tutta la storia della Repubblica

19 aprile 2014
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Diritto di voto, divorzio, parità in famiglia e sul lavoro, accesso a professioni prima riservate agli uomini, partecipazione alla politica. La battaglia delle donne per i loro diritti ha cambiato la fisionomia del nostro Paese, a partire dalla Costituzione scritta con il contributo delle ventuno donne elette nell’Assemblea costituente. Un percorso che ha permeato tutta la storia della Repubblica con conquiste legislative importanti e che continua oggi con sfide e traguardi nuovi, tra diritti dati per acquisiti – come il lavoro, la maternità, la legge sull’aborto – nuovamente minacciati, e l’obiettivo di una maggiore presenza in politica e nella sfera pubblica in generale. A far capire quanto l’apporto femminile sia stato fondamentale è il libro curato dalla Fondazione Nilde Iotti “Le leggi delle donne che hanno cambiato l’Italia” (Ediesse) che è stato presentato nella Biblioteca comunale di Sassari in piazza Tola. L’iniziativa, organizzata dall’associazione noiDonne2005 in collaborazione con l’associazione Alma Cappiello, si inserisce all’interno della rassegna “Fioriture: soggettività impreviste” patrocinata dal Comune di Sassari e ideata da noiDonne2005 insieme ad Arci e Collettiva Femminista per valorizzare i tanti scenari del sapere e della creatività femminile.

Il dibattito. All’incontro, che è stato moderato da Maria Francesca Fantato di noiDonne2005, sono intervenute Simonetta Sotgiu, già magistrata e presidente dell’associazione Alma Capiello, e una della autrici del libro, l’economista Grazia Labate. In collegamento Skype, Daniela Carlà, anche lei autrice del libro, dirigente generale del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e promotrice dell’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria a cui hanno aderito oltre cinquanta realtà dell’associazionismo femminile, tra le quali noiDonne2005 e l’associazione Alma Cappiello.

«L’idea da cui parte il libro è quella di diffondere la consapevolezza del percorso fatto finora – spiega Daniela Carlà – siamo in un periodo di cambiamenti, e vogliamo che siano dei cambiamenti belli, positivi nella nostra società anche e soprattutto per le donne. Speriamo che questo possa avvenire nella conoscenza della storia del nostro Paese. In Italia non partiamo da zero, ci sono state delle conquiste fondamentali sul piano legislativo, è giusto allora conoscerle e valorizzarle. C’è stata una lunghissima stagione che ha avuto l’obiettivo di rimuovere discriminazioni e sancire la parità. A partire dal lavoro fatto dalle donne nella Costituente».

Madri della Repubblica. Quelle madri della Repubblica che, accanto ai padri di cui si parla però molto più spesso, hanno scritto la nostra attuale Carta costituzionale – in cui il principio paritario è ribadito più volte – dando il via a una stagione di cambiamento profondo della società italiana, attraverso le leggi. Tappe importanti, a partire dal diritto di voto attivo e passivo riconosciuto nel 1945 e nel 1946, puntualmente ricordate nel libro: nel 1963 le donne possono finalmente accedere alla magistratura; dal 1970 è possibile divorziare mentre dal 1975 viene sancita la parità tra i coniugi nel diritto di famiglia. Nel 1978 viene approvata la legge sull’aborto e nel 1981 il delitto d’onore non è più riconosciuto nel diritto penale, mentre soltanto nel 1996 la violenza sessuale è considerata reato contro la persona e non contro la moralità pubblica. E poi tutta la serie di misure specifiche per le donne e le mamme lavoratrici: dalla legge sulla parità retributiva tra uomo e donna del 1956 al divieto di licenziamento per matrimonio, fino all’indennità di maternità e le leggi che istituiscono la scuola materna e gli asili nido comunali. Le norme raccolte nel libro hanno inciso profondamente nella vita delle donne, molte restano tuttora poco applicate.

«Le conquiste vanno mantenute, e il libro non è un invito alla nostalgia, alla retorica, ma piuttosto alla consapevolezza della Storia – continua Carlà – anche le giovani di oggi sono protagoniste ed è importante valorizzare le esperienze di adesso a partire dagli apporti che sono stati forniti dalla lotta per l’emancipazione e la liberazione delle donne.

No alla retorica. Alcune figure come Nilde Iotti, Tina Anselmi, Marisa Rodano hanno dato dei contributi decisivi. Oggi abbiamo dei traguardi nuovi, un tempo impensabili. Per la prima volta abbiamo il 50 per cento di donne nel governo ed è il risultato di un impegno importante in quella direzione». Ma non basta, perché mancano dei meccanismi che garantiscano una democrazia davvero rappresentativa di uomini e donne. «Ci sono da fare moltissime cose in questa stagione di riforme. L’associazionismo delle donne lo ha sintetizzato nell’Accordo comune per la democrazia paritaria, lanciato tre anni fa. Ora uno dei terreni sui quali lavorare è quello di garanzie precise all’interno del nostro sistema democratico – spiega Daniela Carlà – noi vogliamo che ci siano dei meccanismi che garantiscono il cinquanta e cinquanta».

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