La Nuova Sardegna

Cin, solo no per Onorato

di Luisa Satta
Cin, solo no per Onorato

Negri (Gruppo portuali) e Cappellacci contro possibili monopoli da parte di Moby

19 aprile 2014
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SASSARI. Prese di posizione nette contro la possibilità di un monopolio della Moby all’interno di Compagnia italiana di navigazione, l’ex Tirrenia. Il primo a insorgere è Luigi Negri, amministratore delegato di Gip (Gruppo investimenti portuali), azionista a sua volta di Cin al 15%. L’altro contrario all’evoluzione prospettata da Vincenzo Onorato è invece l’ex governatore dell’isola, Ugo Cappellacci, di Forza Italia, che con lo stesso armatore privato negli ultimi ha spesso polemizzato.

Da Genova Negri contesta l'ipotesi del controllo di Tirrenia in mano a Moby anticipata nei giorni scorsi da MF-Milano Finanza e dalla Nuova. Onorato, patron di Moby (che oggi già detiene il 40% di Cin), secondo quanto riferito dal quotidiano economico, ha trovato la banca (Unicredit) disponibile a concedere una linea di credito: 25 milioni per finanziare l'acquisto della partecipazione del 35% nella holding Cin detenuta dal fondo Clessidra, che contestualmente uscirebbe anche da Moby (di cui detiene il 32%).

«Se necessario, come Gip siamo anche disponibili a lavorare per mettere in piedi una cordata con altri partner industriali» dichiara Negri a MF Shipping & Logistica. «Se Onorato raggiungerà il 75% della società – prosegue – potrà fare quello che vuole sul mercato, soprattutto sui collegamenti marittimi con la Sardegna. Ma noi per quasi due anni abbiamo fatto battaglie inenarrabili per tenere indipendenti Tirrenia e Moby, mentre Onorato chiedeva di mettere in atto sinergie fra le due compagnie».

Perciò Negri chiede che intervenga lo Stato, in particolare il ministro delle Infrastrutture, ma anche la Regione e l'Antitrust. Perché non dimentichiamoci che Tirrenia oggi è ancora pubblica: circa 240 dei 380 milioni del prezzo d'acquisto sono debiti con lo Stato. Dopo aver faticato tanto per tenere Tirrenia e Moby distinte, concedere ora la creazione di un monopolio non va bene«.

Estremamente critico anche l’ex presidente della giunta regionale. «I trasporti marittimi rischiano di cadere dalla padella di un cartello, multato dall’antitrust, nella brace di un monopolio», spiega Ugo Cappellacci, commentando le notizie riportate dalla stampa circa la volontà dell’armatore della Moby di acquistare un ulteriore 35% di Tirrenia, che si sommerebbe all’attuale 40%.

«La concentrazione in poche mani di una parte significativa del mercato, espone i sardi e i turisti a rischi che già i passato, come accertato dall’antitrust su nostro ricorso, sono diventati realtà con un patologico aumenti dei prezzi dei biglietti», aggiunge l’esponente di Fi.

«Invitiamo pertanto sia il governo sia la giunta regionale», prosegue Cappellacci, «ad accendere i riflettori su eventuali passaggi che dovessero contrastare con le norme vigenti e con il diritto alla mobilità. Chiediamo poi all’esecutivo sardo di monitorare costantemente le tariffe, perché soltanto riducendo davvero i prezzi si può ripristinare un’immagine turistica gravemente danneggiata dalle scelte tariffarie compiute in passato dagli armatori e sanzionate dall’antritrust».

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