La Nuova Sardegna

Dessy a Nuoro, tecniche e colore di un maestro

Federico Spano
Dessy a Nuoro, tecniche e colore di un maestro

Grande successo al Tribu per l’artista del ’900. L’esposizione resterà aperta fino all’11 maggio

14 aprile 2014
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È un viaggio nei ricordi che attraversa tutto il Novecento, quello che si vive percorrendo le stanze del museo Tribu e ammirando le straordinarie opere di Stanis Dessy. Il titolo della mostra "Maestro del colore e delle tecniche" non poteva essere più azzeccato, vista la grande versatilità di quello che è stato uno dei maestri indiscussi del risveglio artistico sardo nel primo Novecento. Nelle sale dell’ex tribunale nuorese, è stato creato un percorso espositivo emozionante che restituisce al pubblico la dimensione e lo spessore di questo grande maestro, capace di spaziare dall’acquerello all’incisione, dal ritratto alla scultura, fino al design dei mobili, mantenendo sempre una cifra stilistica unica e originale. Accanto alle opere di Stanis Dessy (Arzana 1900 - Sassari 1986), negli spazi del bel museo che si trova accanto alla cattedrale di Santa Maria della Neve, a Nuoro, è stato riservato un ambiente in cui è possibile ammirare i lavori della figlia Paola Dessy, anch’essa artista: colonna del gruppo avanguardista sassarese, che dagli anni Sessanta ha intrapreso una ricerca che l'ha vista coinvolta non solo nella pittura ma anche nelle arti applicate, in particolare nella ceramica. La doppia mostra, inaugurata lo scorso 20 dicembre, si sarebbe dovuta concludere il 2 marzo. Ma il successo di pubblico è stato tale, che gli organizzatori hanno deciso di prorogare l'esposizione fino a domenica 11 maggio.

La mostra si propone di rileggere l’opera di Dessy in una prospettiva antologica e originale. Se si è generalmente concordi nel considerare l'artista di Arzana uno dei protagonisti dell'arte sarda del Novecento, con una fortuna critica che non gli è mai venuta meno nel tempo, è pur vero che questa mostra oltre a presentare diversi inediti, alla consueta scansione cronologica affianca una differenziazione per generi artistici che mette in risalto l’estrema versatilità dell’artista e la sua insaziabile propensione alla sperimentazione.

Un utile approccio didattico dunque, per capire la grande perizia tecnica di un maestro capace di spaziare dal disegno alla xilografia, dalle diverse prassi calcografiche all’acquarello, dall’olio alla scultura, ma senza perdere di vista quella lettura critica che privilegia l’individuazione di due fasi ben distinte nell’opera dell’artista: da un lato gli anni della sperimentazione, dal 1918 al 1928, dall’altro gli anni della maturità, dal 1930 in poi. I due periodi, diversi per qualità e quantità, trovano nell’incisione sia xilografica sia calcografica un elemento unificante e coerente. L’esposizione è ulteriormente percorsa trasversalmente da alcuni nuclei tematici che nel tempo hanno caratterizzato la produzione pittorica dell’artista, soprattutto gli autoritratti e i ritratti della moglie Ada e dei figli.

Essendo stato il Tribu sede del vecchio Tribunale di Nuoro, in un omaggio alla sede, in mostra è presente la vasta tela della Giustizia, raro dipinto del 1940, realizzato e mai collacato nella Sala delle Assise del Tribunale di Sassari.

La mostra è stata organizzata dall'Associazione Stanislao Dessy con la Ilisso Edizioni. L'allestimento è stato curato dal bravissimo Antonello Cuccu, mentre il catalogo, con testi di Caterina Limentani Virdis è della Ilisso Edizioni.

Andare a vedere questa mostra è anche un’occasione per ammirare lo splendido museo Ciusa, che trova spazio nello stesso edificio. Un’unica occasione per scoprire e mettere a confronto le opere di due straordinari artisti che hanno fatto la storia dell’arte sarda del Novecento.

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