La Nuova Sardegna

Da Emilio Lussu a Cappellacci: 70 anni di battaglie

Da Emilio Lussu a Cappellacci: 70 anni di battaglie

CAGLIARI. Poco meno di due anni fa ha preso vigore la protesta dei cittadini che si è trasformata poi in Movimento per la zona franca. Il tema non era certo nuovo ma era rimasto sopito per un...

14 aprile 2014
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CAGLIARI. Poco meno di due anni fa ha preso vigore la protesta dei cittadini che si è trasformata poi in Movimento per la zona franca. Il tema non era certo nuovo ma era rimasto sopito per un decennio. Di zona franca, in realtà, se ne parla da circa settant’anni e tutte le forze politiche se ne occuparono per l’elaborazione dello Statuto d’Autonomia. Allora in prima fila c’erano Emilio Lussu e Pietro Mastino, unici due deputati sardi che votarono a favore della Sardegna zona franca al progetto per l’Assemblea Costituente. Bocciata quella proposta il compromesso fu raggiunto con l’istituzione dei punti franchi, prevista dallo Statuto, ma rimasta lettera morta. Dibattito rilanciato negli anni Ottanta dagli economisti Paolo Savona e Gianfranco Sabbatini e dalle iniziative legislative dei sardisti Mario Melis e Michele Columbu. È del 1998 il decreto legislativo del governo Prodi con cui vengono istituite le zone franche nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme e Arbatax e nelle aree industriali ad essi collegati.

La produzione legislativa su questa materia è diventata spasmodica negli ultimi due anni della giunta Cappellacci; tra il favore di alcuni Movimenti che poi si sarebbero presentati alle elezioni regionali e tra lo scetticismo delle organizzazioni degli industriali, degli artigiani e dei commercianti. I provvedimenti principali sono stati presi dalla giunta che ha chiesto all’Unione europea di includere la Sardegna tra i territori extradoganali e anche dal Consiglio regionale che ha varato una legge in cui individua già il soggetto della zona franca che non c’è: «Sardegna Free Zone».

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