La Nuova Sardegna

Medardo Riccio racconta l’epopea della Brigata Sassari

Salvatore Tola
Medardo Riccio racconta l’epopea della Brigata Sassari

Con “La Nuova” il secondo volume della collana Il valore e il sacrificio nelle trincee della Grande Guerra

12 aprile 2014
3 MINUTI DI LETTURA





Medardo Riccio, definito da Arnaldo Satta Branca «nostro indimenticabile Maestro di giornalismo», fu chiamato a dirigere “La Nuova Sardegna” poco dopo la fondazione e mantenne la carica fino a quando, nel 1923, la morte lo colse all’improvviso.

In questi anni coltivò l’interesse per la storia e i problemi dell’isola e, sull’onda delle emozioni, e poi anche delle rivendicazioni, suscitate dalla Grande Guerra intraprese una paziente ricerca su tutti gli eventi bellici ai quali i sardi avevano partecipato, e nei quali si erano distinti. Ne nacquero due volumi, pubblicati nel 1917 e nel 1920. L’opera, che prende le mosse dalle più lontane epoche della storia, era la più adatta ad aprire la nuova collana “Le guerre dei sardi” edita in questi giorni dalla “Nuova”. Ma si tratta di una materia vasta, è stato necessario suddividerla in tre volumi. Il primo, uscito la settimana scorsa, si apre col capitolo “Da Amsicora alla dinastia Savoia”, e si sofferma poi sulle guerre risorgimentali, comprendendo naturalmente quella di Crimea e le imprese di Garibaldi, che seppe stabilire tanti legami con i sardi e la Sardegna; e si chiude con la guerra di Libia. Il secondo volume, in edicola oggi (“Il valore dei sardi in guerra” II, euro 5,90 più il costo del giornale), affronta quindi, procedendo nell’ordine cronologico, le vicende della Guerra 1915-1918.

Non ci fu anzi neppure in Sardegna, a parere di Riccio, soluzione di continuità tra il clima che si era venuto creando in quegli anni e la necessità di contrapporsi all’Austria: «Qualunque manifestazione di gioia o di dolore era sempre propizia, per i cittadini di Cagliari e di Sassari, di Oristano e La Maddalena, d’Iglesias e di Nuoro, per gridare Abbasso l’Austria! Morte all’impiccatore, e di ripetere ancora: Viva Trieste! Viva Trento!».

I soldati partiti dall’isola, così ben “caricati”, iniziarono presto a distinguersi nelle azioni di guerra: in particolare quelli che facevano parte della Brigata “Sassari”.

Muovendosi nel difficile territorio alpino, pur frenati a volte da armamenti e dotazioni insufficienti, diedero un contributo decisivo nelle azioni di San Michele, Bosco Cappuccio, Bosco Lancia, Bosco Triangolare; fino a quando nel novembre del 1915, dopo la dura conquista delle posizioni delle Frasche e dei Razzi, per la prima volta un bollettino emanato dal comando faceva menzione di un reparto. Si trattava naturalmente della Brigata: «Gli intrepidi sardi della Brigata Sassari resistettero però saldamente sulle conquistate posizioni e con ammirevole slancio espugnarono altro vicino e importante trinceramento detto dei Razzi». Dietro ognuna di queste esaltanti imprese c’erano ovviamente morti e feriti in quantità, e tutta una lunga teoria di vicende, sia individuali che di piccoli gruppi o anche reparti consistenti.

E di fatto nelle pagine che seguono Riccio si diffonde nei racconti, nel tentativo di fermare il gesto, e più spesso il sacrificio, di ciascuno.

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative