La Nuova Sardegna

Nell’attacco dei ribelli morirono in diciannove

Nell’attacco dei ribelli morirono in diciannove

L’esplosione il 12 novembre del 2003 durante una missione di pace Tra le vittime della strage anche il maresciallo di Sant’Antioco Silvio Olla

09 aprile 2014
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SASSARI. La strage spaventosa. Il sacrificio di 19 italiani uccisi dai terroristi durante una missione militare di pace. A questo pensiamo quando pronunciamo il nome Nassiriya. Se i fatti denunciati nei servizi delle “Iene” dovessero trovare conferma, si potrà pensare anche ad altro, a soprusi commessi nelle segrete stanze della “White House”. Ma oggi il nome Nassiriya evoca soltanto il ricordo straziante di una carneficina e risveglia nelle menti dei sopravvissuti un orrore impossibile da cancellare.

Alle 8.40 del 12 novembre 2003 un camion e un’auto imbottiti di esplosivo devastarono la base italiana “Maestrale” a Nassiriya, città della provincia di Dhi-Qar, a sud di Baghdad, sede della missione Antica Babilonia guidata dalla Brigata Sassari.

Morirono cinque militari dell’Esercito (due dei quali in forza alla Sassari: il maresciallo capo Silvio Olla, 32 anni, di Sant’Antioco, e il capitano Massimo Ficuciello, 35 anni), dodici carabinieri della Msu (Multinational specialized unit) e due civili, il regista Stefano Rolla, impegnato in un sopralluogo per un film sulle missioni di pace, e l’operatore della cooperazione internazionale Marco Beci. Nell’attentato (a bordo dei due automezzi c’erano 300 chili di esplosivo) persero la vita anche nove iracheni e rimasero feriti venti italiani tra militari e civili. Uno dei due edifici della base Maestrale fu completamente distrutto e l’altro, sede del comando, gravemente danneggiato.

Tutte archiviate le inchieste sulla strage aperte dalla Procura di Roma. I mandanti e gli attentatori, infatti, sono morti. E gli ufficiali accusati di non aver adottato tutte le misure di sicurezza necessarie per la difesa della base sono usciti assolti dai processi: è stato infatti accertato che non ci fu alcuna negligenza nel comportamento dei generali Bruno Stano (allora comandante della Brigata) e Vincenzo Lops e del colonnello dei carabinieri Georg Di Pauli.

Silvio Olla e Massimo Ficuciello sono due dei sei soldati morti nel corso dei 17 anni in cui la Brigata Sassari è stata impegnata in missioni di pace, ultima la gigantesca operazione di disimpegno in svolgimento in Afghanistan (vedi articolo in basso). Gli altri: il primo caporalmaggiore Samuele Utzeri (Kosovo 2000), il caporalmaggiore scelto Alessandro Pibiri (Iraq 2006), il tenente colonnello Giovanni Gallo (Afghanistan 2012) e il maggiore Giuseppe La Rosa (Afghanistan 2013). (r.a.)

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