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Tassi da usura a un’impresa: verso il giudizio 5 ex dirigenti

CAGLIARI. Due mutui fondiari, richiesti al Banco di Sardegna per realizzare alcuni progetti imprenditoriali. Alla fine però Ignazio Lai, titolare della Coires srl di Iglesias, un’impresa di...

01 aprile 2014
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CAGLIARI. Due mutui fondiari, richiesti al Banco di Sardegna per realizzare alcuni progetti imprenditoriali. Alla fine però Ignazio Lai, titolare della Coires srl di Iglesias, un’impresa di costruzioni, si è trovato di fronte a conti che non tornavano: nell’arco di tre anni, dal 2001 al 2004, l’istituto di credito gli aveva applicato tassi di interesse variabili su cinque periodi ma sempre - secondo l’accusa - almeno qualche punto oltre la soglia dell’usura. Dialogo interrotto con la banca e denuncia alla Procura, che in base ai risultati di una consulenza tecnica ha confermato l’ipotesi di accusa e ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti i dirigenti della banca che si sono succeduti ai vari livelli di responsabilità nella gestione del rapporto contrattuale con Lai.

Per il pm Giangiacomo Pilia a rispondere di usura aggravata devono essere l'attuale presidente del comitato esecutivo della Banca di Sassari, ma che all'epoca dei fatti era al Banco di Sardegna, Ivano Spallanzani (71 anni) di Modena e gli ex dirigenti Antonio Maria Sassu (73 anni) di Sassari, ex assessore regionale alla Programmazione, con i cagliaritani Gian Paolo Garau (66), Pietro Atzori (64) e Giampaolo Usai (66).

Garau è indagato in qualità di direttore della filiale di Iglesias del Banco di Sardegna dal maggio 2000 a luglio 2002, Atzori per la direzione della stessa filiale dal 2002 al 2003, Usai per il quinquennio successivo sino al 2008. Spallanzani e Sassu sono sott’accusa nella veste tecnica di legali rappresentanti del Banco di Sardegna dal 2001 sino al 2007.

Stando alle accuse avanzate dal pubblico ministero Pilia la filiale dell'istituto di credito di Iglesias avrebbe applicato nel rapporto con l’imprenditore edile tassi effettivi di qualche punto più alti rispetto alla soglia massima, fino a mettere insieme un totale di 614mila euro. Una cifra che a giudizio del magistrato avrebbe procurato all’azienda di Lai un danno di rilevante gravità.

Ora la parola passa al giudice che, fissata l'udienza, dovrà decidere se accogliere o no la richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura. (m.l)

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