La Nuova Sardegna

Moby Prince, la Camera indagherà sul tragico rogo

di Piero Mannironi
Moby Prince, la Camera indagherà sul tragico rogo

Michele Piras e altri due deputati di Sel hanno presentato il disegno di legge per l’istituzione della commissione d’inchiesta

27 marzo 2014
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ROMA. È il primo passo verso la speranza, verso una concreta possibilità di riaprire il caso del Moby Prince, la più grande tragedia della marineria civile italiana che costò la vita di 140 persone. Ieri mattina è stata infatti depositata alla Camera dei deputati la proposta di legge per l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta per far luce sulla tragedia, che si consumò la sera del 10 aprile del 1991 davanti al porto di Livorno. Una storia terribile di morte, ma anche di depistaggi, omissioni e bugie. Le inchieste della magistratura si sono perse in una palude di verità sfuggenti, ma i familiari delle vittime (30 erano sardi) non si sono mai arresi e per 23 anni, spesso in solitudine, hanno combattuto una battaglia contro l'indifferenza e contro un mondo oscuro che probabilmente ha un segreto indicibile da nascondere. Lo scorso anno il deputato di Sel Michele Piras, con una documentata interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia, ha cercato di riaprire il caso per dare verità ai familiari delle 140 vittime. Piras ha evidenziato i limiti delle inchieste e dei processi e, anche alla luce dei risultati delle perizie dello studio Bardazza di Milano, ha aperto scenari probabili e inquietanti su quanto accadde nella rada di Livorno la sera del 10 aprile di 23 anni fa. La risposta laconica e sbrigativa dell'allora Guardasigilli Annamaria Cancellieri, innescò una polemica al calor bianco che venne ricomposta grazie anche alla mediazione del senatore Luigi Manconi. Quel conflitto ebbe comunque l'effetto positivo di catalizzare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla tragedia dimenticata del Moby Prince, costringendo il Governo a dare la sua disponibilità per far luce sulla strage. Ieri, dunque, Michele Piras ha compiuto il primo passo formale per una radicale rivisitazione del caso. «Insieme ai colleghi di Sel Marisa Nicchi e Martina Nardi - ha detto il deputato sardo - abbiamo depositato la proposta di legge per l'istituzione di una Commissione d'inchiesta che faccia piena luce sul più grande disastro che abbia mai colpito la Marina civile italiana. Sulla morte di 140 persone non è mai stata fatta piena chiarezza, lasciando ammantato da una nebulosa di mezze verità il diritto a giustizia e verità dei familiari delle vittime». «Fra pochi giorni - ha detto ancora Michele Piras - ricorrerà il ventitreesimo anniversario di quei fatti e di quell'immenso dolore. Perciò, d'accordo con le associazioni sarde e toscane dei familiari delle vittime, abbiamo deciso di provare la strada di una nuova inchiesta parlamentare, auspicando che la maggioranza politica, facendo seguito agli appelli del presidente del Senato Grasso, del presidente Manconi e agli impegni assunti dall'ex ministro della Giustizia Cancellieri, possa concordare sull'immediata messa in discussione della nostra proposta di l egge». La proposta di legge, accompagnata da una lunga e dettagliata relazione nella quale viene descritto le scenario della tragedia, i vuoti delle inchieste e le novità emerse dal difficile e delicato lavoro dello studio Bardazza per conto di una delle associazioni delle vittime, è composta da sei articoli. Nel primo vengono fissati gli obiettivi che si pone la Commissione d’inchiesta. La prima domanda è, ovviamente, l’accertamento delle cause della collisione del traghetto Moby Prince con la petroliera Agip Abruzzo. Poi, nel dettaglio, sono elencati alcunu punti nodali da approfondire per arrivare alla ricostruzione dei fatti e, quindi, alle responsabilità. Eccoli: 1)accertamento dell'esatta posizione in cui la petroliera aveva dato ancoraggio (da alcune carte risulta all'interno delle zona vietata all'ancoraggio) e l'esatto orientamento della prua; 2)il ruolo del personale Agip Abruzzo nell'immediatezza della collisione e successivamente; 3)le reali motivazioni che hanno indotto la magistratura a indagare e successivamente a prosciogliere l'armatore Onorato, anche alla luce dei deprecabili episodi di manomissione avvenuti a poche ore dall'evento, ad opera di personale della Compagnia Nav.ar.ma, e commessi successivamente ad opera di ignoti; 4)se a bordo della petroliera Agip Abruzzo si siano verificati degli eventi antecedenti alla collisione da collegarsi a questa; 5)il ruolo attivo o passivo delle navi militari che riportavano le armi dalla prima guerra del Golfo. La Commissione, attraverso il Governo, potrà richiedere alle autoritù Usa la documentazione video, fotografica, satellitare della rada di Livorno la sera della tragedia. Ora la parola passa al Parlamento che dovrà dimostrare con un voto se vuole dare una risposta di verità sulla morte di 140 persone. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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