La Nuova Sardegna

I Giganti di Monte Prama tornano a Cabras dopo quarant’anni

di Claudio Zoccheddu
I Giganti di Monte Prama tornano a Cabras dopo quarant’anni

Da ieri sono al Museo Civico, sabato l’inaugurazione della mostra in attesa di strutture nuove e più adatte - FOTO

19 marzo 2014
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CABRAS. Sono arrivati in parata, a bordo di una cabriolet molto particolare. Il ritorno a Cabras dei Giganti di Monte Prama ha ricalcato le passerelle in auto delle star degli anni cinquanta. Il mezzo, ovviamente, non poteva essere una decapottabile bianca. Le statue di arenaria sono arrivate sul ribaltabile di un camioncino, avvolte da uno strato di cellophane e appesi ai tralicci che li sosterranno anche durante la mostra. Sei statue di guerrieri, di cui cinque già parzialmente montate e una da ricostruire, e quattro modellini di nuraghe.

Una pattuglia che manca in laguna da quarant’anni e che, quando si è affacciata davanti al museo a bordo di un camion scoperto, ha sollevato tanta perplessità: «Abbiamo scelto questo sistema perché è il più sicuro”, ha spiegato Roberto Nardi, direttore del Centro di conservazione archeologica di Roma e titolare della ditta che ha curato il restauro e il trasporto dei Giganti, «in questo modo riduciamo il pericolo che le statue subiscano danni dovuti al trasporto». Più o meno lo stesso metodo che è stato utilizzato per il trasporto a Cagliari: «In quel caso è stato più complicato. E più lungo», ha detto ancora Nardi, «abbiamo fatto dieci viaggi per depositare ventotto sculture. Qua ne abbiamo portate solo dieci».

Anche se il gruppo era ridotto, per scaricare i giganti ci sono volute circa due ore. Un’operazione lenta che, nonostante le recinzioni, non è sfuggita a una decina di curiosi. Uno per ogni scultura. Una volta e terra, i giganti sono stati trasportati davanti all’ingresso del museo. Poi, lo spostamento finale nella saletta che li ospiterà nei prossimi tempi. Sei saranno allineati lungo una parete, quattro lungo un’altra. Al centro della sala, proprio di fronte alle statue, sta per essere montato uno schermo touchscreen delle dimensioni di una porta: «Servirà per vedere le immagini in tre dimensioni del resto del complesso scultoreo», ha spiegato l’assessore alla cultura del comune di Cabras, Fenisia Erdas, «lo schermo è costato 30mila euro e ha un gemello a Cagliari». La contestata divisione delle statue, dunque, comprende anche gli apparati tecnologici.

Tra le persone che si affannano a trasportare le statue e a terminare il “trasoloco” prima che tramonti il sole c’è anche Alessandro Usai, archeologo della soprintendenza di Cagliari: «Non sarà una divisione, il museo di Cagliari è uno dei più importanti del Mediterraneo e sarà messo a sistema con quello di Cabras».

L’unico che parla apertamente di un ritorno di tutte la statue a Cabras è il sindaco, Cristiano Carrus: «Succederà appena avremo gli spazi disponibili ad accogliere tutti i giganti», ripete come un mantra mentre i primi giganti ritornano a casa e si preparano al galà di sabato, quando verranno mostrati al pubblico.

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