La Nuova Sardegna

Arzana, il pg Angioni al vertice sul delitto Piras

di Kety Sanna e Pier Luigi Piredda
Arzana, il pg Angioni al vertice sul delitto Piras

Il magistrato, grande esperto di sequestri, ha incontrato gli investigatori Si scava anche su parenti, amici e conoscenti dell’ex impiegato ucciso domenica

19 marzo 2014
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ARZANA. Il procuratore generale della Corte d’appello di Cagliari, Ettore Angioni, è arrivato nella caserma dei carabinieri in mattinata. Ad attenderlo, il sostituto procuratore della Repubblica di Lanusei, Nicola Giua Marassi, titolare dell’inchiesta sull’omicidio di Pietro Piras, e gli investigatori che stanno seguendo le indagini. «Una visita negli uffici giudiziari già fissata da tempo, quello di Piras non è un omicidio da Distrettuale», si sono affrettati a spiegare dalla Procura ogliastrina, ma è certamente singolare il fatto che il pg della Corte d’appello sia andato nella caserma dei carabinieri di Arzana e non nel Tribunale di Lanusei. Ad aggiungere un alone di mistero sulla visita, il fatto che il procuratore generale Ettore Angioni sia un esperto di sequestri di persona, essendo stato rappresentante della pubblica accusa nei più importanti processi nei confronti dell’Anonima Sarda.

Massimo riserbo e totale discrezione sulla visita e sugli incontri nella caserma del paese dove erano arrivati già dalle prime ore del mattino il comandante del Reparto operativo provinciale, colonnello Simone Sorrentino, il capitano Luigi Mereu comandante del nucleo operativo, e il capitano Danilo Cimicata comandante della Compagnia di Lanusei e altri investigatori. Nel corso della mattina è arrivato anche il comandante provinciale, colonnello Vincenzo Bono.

Un vertice, o comunque un semplice incontro come lo si vuole definire, svolto poco prima del funerale di Pietro Piras, 67 anni, il ragioniere del comune di Arzana, in pensione da alcuni anni e allevatore di bestima per hobby, ucciso a fucilate domenica mattina mentre faceva rientro in paese dopo aver accudito al bestiame. Summit durante il quale gli inquirenti avrebbero cercato la chiave di lettura di un delitto che, in apparenza, sembrerebbe privo di movente. Anche se le ipotesi sono tante. Gli investigatori stanno scavando nel passato delle vittima, spulciando i rapporti di parentela e le amicizie, alcune molto strette con personaggi della malavita ogliastrina. Pietro Piras era fratello di quel Mario Fortunato, morto alcuni mesi fa, trasferito a Dolianova, condannato per il sequestro dell’imprenditore romano Giulio De Angelis. Per il cui rilascio venne pagato un riscatto di 3 miliardi e 200 milioni di lire.

Di recente, la figura del ragioniere era stata legata a quella dell'ex primula rossa di Arzana, Pasquale Stochino, arrestato dai carabinieri dopo 31 anni di latitanza. L'ex bandito pare avesse trovato rifugio sicuro proprio nelle campagne dello zio della vittima, morto di recente e che aveva lasciato in eredità il suo bestiame e i terreni al nipote responsabile amministrativo del comune del paese che con lui aveva lavorato negli ultimi anni prima della sua morte. “A mare tribuladu allegria e piscadore” si dice nei paesi dell'entroterra barbaricino, un detto che significa come, in uno stato di confusione, chiunque potrebbe aver approfittato della situazione per colpire Pietro Piras. Intorbidendo la già melmosa situazione delle indagini.

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