La Nuova Sardegna

Il super latitante Stochino catturato in quel terreno

di Pier Luigi Piredda
Il super latitante Stochino catturato in quel terreno

Una famiglia colpita da altre tragedie, 60 anni fa era stato assassinato un fratello

17 marzo 2014
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ARZANA. Nella vallata ai piedi del Gennargentu i colori forti della primavera ormai in arrivo contrastano con le cime ancora innevate dei monti. Il sole inonda di luce, fino a farla brillare, la stradina che s’inerpica lungo il costone. Potrebbe essere un paesaggio da fiaba e invece è lo scenario di un incubo. Ancora sangue sulle verdi campagne d’Ogliastra, terra impervia e misteriosa.

L’ultimo omicidio ad Arzana risale al 2010. L’11 ottobre era stato ucciso con sette fucilate a pallettoni e a palla, esplose da appena qualche metro di distanza, Antonio Pietro Demurtas, 37 anni, un allevatore del paese. Stava telefonando alla fidanzata sulla porta di casa quando era stato giustiziato.

Per trovare un altro delitto ad Arzana bisogna tornare indietro nel tempo, al 2004, per un omicidio che ha molte similitudini con quello di Pietro Piras. Il cadavere di Antonio Loi, un impresario edile di 44 anni, era stato scoperto dentro la sua auto, una Fiat Tipo bianca, parcheggiata con le luci ancora accese su un lato della strada tortuosa che si getta a capofitto verso Tortolì. Una strada tristemente famosa perché segnata da decine di omicidi della feroce «faida di Arzana».

Ma non sono i delitti i legami più inquietanti con la vittima di ieri, una famiglia comunque segnata da una morte violenta: oltre 60 anni fa un fratello era stato ucciso da un compaesano che si era costituito poco dopo e ha anche scontato la pena.

Ma Pietro Piras non aveva mai avuto alcun collegamento con quell’episodio: molto riservato, irreprensibile, molto stimato in paese, estraneo a qualsiasi storia di violenza e anche per questo molto tranquillo, altrimenti avrebbe forse preso qualche precauzione.

Piras era però stato sfiorato da una storia molto delicata: la cattura del latitante di Arzana, Pasquale Stochino, la “primula rossa d’Ogliastra”. Stochino era stato arrestato dai carabinieri il 27 settembre 2003 in un blitz da terra e dal cielo proprio in alcuni terreni in utilizzo alla famiglia Piras per pascolare il bestiame nella vallata di “Crobeni”. Terreni che all’epoca venivano utilizzati dallo zio di Piras e dove i carabinieri avevano trovato tracce evidenti della latitanza di Stochino, tra cui quella “casa sull’albero” di cui la primula rossa aveva parlato quando aveva raccontato qualche particolare della sua lunga latitanza «il rifugio sicuro quando le ricerche diventavano più insistenti». «Ia so 'eo» erano state le tre parole in ogliastrino che il pomeriggio del 27 settembre avevano concluso la vita alla macchia di Pasquale Stochino, che all’epoca aveva 69 anni, dei quali 31, un mese e 11 giorni li aveva trascorsi alla macchia. Era latitante dal 1972, ora è in carcere. «Non ho mai lasciato la Sardegna», aveva detto quando i carabinieri l’avevano scovato in un fossato, dopo essere scappato zoppicando dalla casupola immersa nel verde che era stata il suo ultimo nascondiglio.

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