La Nuova Sardegna

Lai: Asl, stop alla delibera da 115 milioni

di Luca Rojch
Lai: Asl, stop alla delibera da 115 milioni

Si va allo scontro sull’ultimo provvedimento adottato dalla giunta Cappellacci il 5 marzo per ripianare i debiti della Sanità

10 marzo 2014
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SASSARI. La fabbrica delle delibere lavora a pieno ritmo. Ugo Cappellacci ha perso le elezioni e la sua giunta di fatto dovrebbe fare da spettatrice, o quasi. Far girare al minimo la macchina amministrativa in attesa di consegnare le chiavi del Palazzo al nuovo inquilino. Dovrebbe limitarsi a fare l’indispensabile per non bloccare gli ingranaggi della Regione. Ma ex assessori e ex presidente continuano a sfornare delibere e decreti a ripetizione. L’ultima riguarda la distribuzione di 115 milioni di euro per ripianare i debiti delle Asl, fondi che erano stati stanziati il 30 dicembre 2013 con una legge. Ma sulla delibera è polemica.

L’attacco di Lai. «È scandaloso che a poche ore dalla proclamazione degli eletti e 20 giorni dopo il voto la giunta Cappellacci, che non ha più legittimazione – accusa il segretario regionale del Pd Silvio Lai –, continui ad approvare delibere. In questo caso si decide di distribuire 115 milioni di euro per ripianare i debiti delle Asl. Ma non sono spiegati i criteri. A chi vanno e in quale modo vengono assegnati i fondi. Una fretta che non capisco».

L’instancabile Ugo. E in queste settimane la giunta Cappellacci ha lavorato molto. Per essere precisi ha approvato 13 delibere e 13 decreti dopo la sconfitta elettorale del 16 febbraio. L’ultima seduta è del 5 marzo, 20 giorni dopo le elezioni. Approvate tre delibere. Una, ancora non consultabile on-line, riguarda Sardegna Ricerche, le altre due sono legate alla sanità. «In una di queste – continua Lai – si cerca di mettere una pezza al pasticcio della spesa sanitaria. Una cosa che avevamo già denunciato. A dicembre era stata approvata una legge che stanziava altri 115 milioni di euro. Servivano a coprire la spesa delle Asl che ha sfondato il tetto dei 3 miliardi di euro. Nella conferenza Stato-Regioni la Sardegna non doveva superare i 2,4 miliardi. È facile capire che la spesa sanitaria è fuori controllo. L’isola supera del 28 per cento il suo budget. In questa delibera approvata il 5 marzo non si spiega quale sia l’azienda sanitaria che ha sforato il tetto e chi sia il manager responsabile della cattiva gestione».

La legge del 2013. La legge che ha autorizzato l’aumento della spesa è del 30 dicembre 2013, ma già al momento del varo aveva scatenato la protesta del centrosinistra. «Una genesi imbarazzante – ricorda Elio Corda, ex consigliere regionale del Pd e componente della commissione Sanità –. Era arrivata in aula alla vigilia di Capodanno senza passare in commissione. Come altre volte la giunta si era servita di una procedura consentita dal regolamento. Si basa sull’articolo 102 e dà la possibilità di portare in aula una legge senza che passi dalle commissioni. In realtà nessuno conosceva con precisione il contenuto di quella legge, a parte l’assessore alla Sanità. Ho chiesto anche al presidente della commissione e anche lui non sapeva. Ricordo la seduta. In aula si dava per letto il contenuto del testo e si andava avanti a ritmi forzati. C'è stata una protesta delle opposizioni, e molti di noi hanno abbandonato la seduta. Sapevamo solo che si dovevano spendere altri 115 milioni di euro per coprire il buco nella sanità. Ma era impossibile avere maggiori informazioni. Sarà assurdo, ma la legge di cui nessuno conosceva il reale contenuto è stata approvata. Oggi ci troviamo sullo stesso tema una delibera che probabilmente è un atto dovuto, ma che viene fatta il 5 marzo, tre settimane dopo il voto che ha delegittimato la giunta Cappellacci».

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