La Nuova Sardegna

Chi rende i soldi potrà patteggiare

di Mauro Lissia
Chi rende i soldi potrà patteggiare

Sisinnio Piras (Pdl) ha chiesto la pena concordata di 20 mesi L’avvocato: «Sanjust è libero, sì della Cassazione al ricorso»

05 marzo 2014
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CAGLIARI. Soltanto chi restituirà interamente la somma contestata nel capo d’imputazione sarà ammesso a patteggiare la pena prima che si apra il giudizio: è l’orientamento della Procura della Repubblica in una fase delle indagini per peculato aggravato, basata sull’uso improprio dei fondi ai gruppi politici regionali, che potrebbe portare già nei prossimi giorni a una nuova ondata di avvisi a comparire.

Piras patteggia. A fare da apripista è stato Sisinnio Piras, l’ex consigliere regionale del Pdl, arrestato il 18 dicembre scorso e dal 5 febbraio in custodia domiciliare per aver speso soldi pubblici in banchetti a base di maialetti nella palestra della moglie, a Villacidro. Il suo difensore, l’avvocato Guido Manca Bitti, ha proposto al pm Marco Cocco una pena concordata di un anno e otto mesi di reclusione con la condizionale dopo che Piras ha restituito al gruppo berlusconiano i 33 mila euro spesi, secondo l’accusa, per ragioni ben lontane da quelle previste dal regolamento. Preso atto del bonifico, il pubblico ministero darà con ogni probabilità parere favorevole alla richiesta, che sarà inoltrata all’ufficio del gip.

Decide il gip. La decisione del giudice arriverà nei prossimi giorni e se sarà positiva l’ex consigliere regionale di Villacidro avrà chiuso i propri conti con la giustizia ma dovrà anche abbandonare qualsiasi ambizione di carriera politica: la legge Severino gli vieterà di candidarsi. La pena indicata da Manca Bitti è la stessa che il gup Cristina Ornano ha inflitto all’unico consigliere regionale condannato fino ad oggi, Adriano Salis, ex Idv, uscito definitivamente dalla scena politica. In quel caso la sentenza è arrivata dopo un combattutissimo giudizio abbreviato, in cui l’ex consigliere ha cercato di giustificare ogni spesa che gli è stata addebitata. Tutto vano: Salis è stato giudicato colpevole di peculato e ha beneficiato soltanto dello sconto di un terzo sulla pena grazie alla scelta del rito. Piras incasserebbe lo stesso trattamento giudiziario in virtù della decisione di restituire i soldi e di uscire subito dal processo col patteggiamento.

Giudizio immediato. I consiglieri destinati dal pm Cocco al giudizio immediato sono quattro: oltre Piras sono Mario Diana, Carlo Sanjust e Onorio Petrini, cui si aggiunge l’imprenditore Riccardo Cogoni, accusato di aver fornito documentazioni false per aiutare gli onorevoli a coprire le spese. Nessuno dei quattro ha fino ad oggi manifestato l’intenzione di seguire le orme dell’onorevole di Villacidro. Per Diana il suo legale, l’avvocato Mariano Delogu, esclude l’ipotesi: «Patteggiamento? Neanche per sogno» la risposta del difensore. C’è da capirlo: Diana era il responsabile del gruppo Pdl e dovrebbe mettere sul tavolo una cifra considerevole, 650 mila euro. Soldi - per l’accusa - spesi in libri preziosi, penne Montblanc e altri lussi ma non solo da Diana, che firmava gli assegni anche per gli altri consiglieri del gruppo. Giancarlo Mereu, difensore di Petrini, attende la formalizzazione del capo d’imputazione, che arriverà insieme all’atto di fissazione della prima udienza: «L’onorevole Petrini ha già interamente e spontaneamente restituito quanto gli veniva contestato, 21500 euro. Vedremo il da farsi appena le accuse saranno formalizzate».

Sanjust torna libero. Sulla stessa linea Carlo Sanjust, che ha saldato la metà della cifra spesa - 23.500 euro, per l’accusa - nel banchetto di nozze alla passeggiata coperta del Bastione a Cagliari e in altre attività incompatibili coi fini istituzionali: «Attendiamo la notifica del giudizio immediato - conferma l’avvocato Carlo Amat - e lasciamo per adesso aperta ogni opzione, dal dibattimento all’abbreviato, fino al patteggiamento». Per Sanjust però è arrivata una notizia ancora ufficiosa da Roma: secondo l’avvocato Amat la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della difesa contro l’ordinanza di custodia cautelare che ancora manteneva l’ex consigliere agli arresti domiciliari: l’ordinanza del gip Giampaolo Casula sarebbe stata annullata senza rinvio. Quindi le accuse restano, ma la misura cautelare no. Sanjust torna dunque in libertà.

Attesi sviluppi. Ancora qualche giorno e l’inchiesta giudiziaria dovrebbe subire una nuova e importante accelerazione: Guardia di Finanza e carabinieri sono impegnati nell’esame dei documenti legati all’attività dei consiglieri regionali del Pdl nella legislatura 2004-2009, sembra a buon punto anche l’indagine su quella appena conclusa.

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