Dal varo trionfale al ko dei bilanci
La Corte dei Conti aveva già puntato il dito contro i costi dell’operazione
23 gennaio 2014
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CAGLIARI. Per molti un’operazione economica con le radici piantate su una nuvola. La Flotta sarda è nata nel 2011 per fermare il caro traghetti. Un boom dei prezzi, che in pochi mesi aumentano del 110 per cento. Impossibile per i sardi pensare di superare il Tirreno. E impossibile per i turisti arrivare nell’isola a prezzi umani. La Regione decide di utilizzare la compagnia che da qualche mese controllava, la Saremar. Noleggia due traghetti, Scintu e Dimonios e crea una linea, la Olbia-Civitavecchia con prezzi inferiori anche del 40 per cento rispetto a tutte le altre sorelle dei mari. L’esperimento ha un effetto positivo, riesce a far calare le tariffe, ma per la Regione si trasforma in una operazione ad altissimo rischio per le proprie casse. Per due anni, il 2011 e il 2012 la Flotta Sarda rimane in acqua. Ma a un prezzo altissimo. Ogni traghetto per 90 giorni di servizio costa alla Regione 7milioni e 200 mila euro. Impossibile andare avanti. Anche perché arriva la bacchettata della Corte dei conti. Nel giugno del 2013 i giudici contabili fanno passano ai raggi x i bilanci della Regione e alla sua Saremar. E affondano la compagnia di bandiera. Tra il 2011 e il 2012 la Flotta Sarda ha trasportato 464.295 passeggeri, con un investimento diretto della Regione, o attraverso l'Agenzia Sardegna promozione, di 15 milioni di euro. E con una spesa media per passeggero di 34 euro. Saremar ha registrato un disavanzo di 3,6 milioni. Per questo la Regione in tutto ha investito 19,2 milioni di euro, più o meno 41 euro a passeggero trasportato. (l.roj)
