La Nuova Sardegna

Reclutamento pubblico in un tessuto produttivo fragilissimo

Ricordate il vecchio “Collocamento”? Beh, da una decina d’anni le cose sono cambiate. In una realtà produttiva debole come quella dell’isola, con gli imprenditori privati in difficoltà e le pubbliche...

19 gennaio 2014
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Ricordate il vecchio “Collocamento”? Beh, da una decina d’anni le cose sono cambiate. In una realtà produttiva debole come quella dell’isola, con gli imprenditori privati in difficoltà e le pubbliche amministrazioni con i turn over bloccati, il nuovo sistema cerca di dare risposte ai bisogni che cambiano. Oggi i Servizi per il lavoro (Sil) sono una trentina in tutta la regione. Gli operatori, fra dipendenti in organico permanente e precari a tempo, sono in Sardegna quasi ottocento. Chiamata a un ruolo di supervisione è l’Agenzia regionale per il lavoro. I Sil garantiscono servizi su 5 direttrici principali. I cittadini possono partecipare alla Borsa Lavoro registrandosi e aggiornando con periodicità il proprio curriculum. I giovani hanno l’opportunità di presentare richieste per lo svolgimento di opere di utilità sociale. Altre istanze sono quelle per essere ammessi alla mobilità in deroga, a sussidi straordinari e alla Cig. Nel pubblico i requisiti per agevolare un ingaggio sono 4: un basso profilo Isee, l’età, l’anzianità di disoccupazione (che comunque si ferma per tutti a un massimo di 5 anni). L’essere donna, poi, costituisce titolo preferenziale a parità di condizioni tra candidati.

Attraverso i contatti su internet, i disoccupati hanno modo di controllare online le bacheche con le offerte di lavoro. Dopo il crollo dell’edilizia, oggi le ricerche più frequenti riguardano operai generici, addetti alle pulizie, stagionali, lavoratori socialmente utili. Tutti incarichi perlopiù a tempo determinato. Da anni l’estesissimo stato di precarietà ha toccato persino gli stessi operatori che istituzionalmente dovrebbe procurare un impiego agli altri. Clamorosa sotto questo profilo la protesta che per mesi si è svolta a Sassari in piazza d’Italia contro la Provincia. Protesta in passato continuata sino all’inserimento degli “orientatori” (non assunti dall’amministrazione guidata da Alessandra Giudici dopo 7 anni d’attività) negli organici dell’Agenzia regionale per il lavoro.

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