La Nuova Sardegna

I privati: «Eppure tante chance restano»

I privati: «Eppure tante chance restano»

La speranza corre sul web. Spesso dati incompleti sul quadro generale, battaglia sui nuovi fondi Ue

19 gennaio 2014
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SASSARI. A scorrere il lungo elenco di agenzie interinali private c’è da nutrire qualche speranza. Almeno a prima vista. E sempre sulla carta. Ovvia infatti una prima considerazione: se in tanti si danno appuntamento sul web, e pagano le Pagine gialle o altre forme di promozione, evidentemente il mercato in qualche modo tiene.

Apparenze. Un’impressione confortata dalle vetrine virtuali: offrono opportunità soprattutto ai più giovani, dalla Gallura al Nuorese e all’Ogliastra, sino alla provincia di Oristano e al sud dell’isola. La convinzione viene accreditata da titolari di diverse agenzie (sicuri che nell’isola molte chance rimangano aperte). E rilanciata da recenti statistiche. Dati secondo i quali anche in Sardegna il maggior numero di assunzioni avverrebbe attraverso l’intermediazione dei privati, e non tramite i Servizi pubblici per il lavoro. Il che è probabilmente vero. In questo caso la chiamata è diretta, si basa su un singolo o su una rosa ristretta, non tiene conto di graduatorie. In sostanza, non esistono griglie. Anzi, sia il neo-assunto sia il datore di lavoro sono tenuti a pagare una percentuale all’intermediario.

Realtà. Ma le cose non sono tanto assodate come sembrerebbe. Ecco perché. Spesso le agenzie operano in unl Far West incontrollato. Tanto che il mese scorso è intervenuto il Garante della Privacy, l’orgolese Antonello Soro, per imporre uno stop sul web alle intermediazioni non autorizzate. E c’è di più. Le statistiche Eurostat mostrano che il divario pubblico-privato non è così a vantaggio di quest’ultimo settore. Né è elevato il numero degli ingressi facilitati. La gran parte delle immissioni nelle aziende che si rivolgono alle agenzie, poi, è segnata dalla precarietà: perlopiù non si tratta di impieghi permanenti ma a tempo determinato. Infine, c’è un aspetto che rende sospetti gli attacchi ai centri pubblici, soprattutto di questi tempi: da qualche mese è cominciata una guerra per la spartizione della nuova maxi-torta dei finanziamenti europei, quelli per la “garanzia giovani under 25”. In questo bailamme tanti attingono da internet e periodici specialistici dati erronei, fuorvianti, incompleti. E spiegati non sempre in maniera disinteressata: proprio perché in ballo, nel solo caso dell’Italia, ci sono fondi Ue per un miliardo e mezzo di euro.

Contestazioni. Così tutti cercano di presentare al meglio la loro organizzazione: quel denaro fresco è indispensabile a tanti privati per superare la stagnazione di mercato che colpisce tutti. Ma in un processo del genere la verifica delle fonti e l’attendibilità delle statistiche diventano fondamentali. E sotto questo profilo parecchie delle accuse all’intermediazione pubblica fanno acqua (quasi) da ogni parte. (pgp)

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